Luci e ombre per il comparto imprenditoriale valdostano. Se il numero complessivo di imprese nel 2024 è rimasto pressoché invariato – 12.376 unità, con un calo dello 0,02% rispetto al 2023 (-3 imprese) – si registra un aumento delle cessazioni non d’ufficio: 656 contro le 592 del 2023 e le 577 del 2022. Nel corso dell’anno sono nate in Valle d’Aosta 671 nuove imprese (685 nel 2023 e 627 nel 2022). Il tasso di crescita si attesta al +0,12%, in calo rispetto al +0,76% del 2023 e al +0,41% del 2022, risultando inferiore alla media nazionale (+0,62%) e a quella del Nord Ovest (+0,69%).
Analizzando i diversi comparti economici, si evidenzia una crescita nei servizi alle imprese (+1,85% e +30 imprese), nelle costruzioni (+0,54% e +13 imprese) e nel turismo (+0,22% e +4 imprese). In leggero calo, invece, l’agricoltura (-0,68% e -10 imprese) e l’industria (-1% e -9 imprese), mentre continua la fase di difficoltà per il commercio, che registra una contrazione del -2,04% con 39 imprese in meno.
Nel comparto artigianale, il 2024 ha visto iscritte al Registro delle Imprese 3.611 attività, con un lieve calo del -0,22% (-8 imprese) rispetto al 2023. Tuttavia, il settore edile artigiano mostra un leggero incremento con quattro unità in più (+0,22%).
Sul fronte delle forme giuridiche, si registra una crescita delle società di capitale (+3,41%), mentre si riducono le società di persone (-1,67%) e le ditte individuali (-0,19%).
“I dati riferiti al 2024 ci parlano di un comparto imprenditoriale valdostano che tiene in termini numerici – sottolinea il Presidente della Chambre Roberto Sapia – La dinamica tra iscrizioni e cessazioni pur testimoniando una buona vitalità, deve però farci riflettere in particolare per quanto concerne l’aumento delle cessazioni. Il comparto imprenditoriale vede le costruzioni fare ancora da traino seppur in un contesto che ha dovuto confrontarsi con il termine degli incentivi statali. Positivi sono anche i dati riguardanti i servizi alle imprese e quelli del turismo. Meritano invece attenzione le difficoltà del comparto agricolo, di quello manifatturiero, probabilmente condizionati dall’incertezza legata ai mercati internazionali e ai costi delle materie prime e dell’energia, e, soprattutto di quello del commercio che non sembra riuscire a porre un freno al calo del numero di imprese”.
Una risposta
Sono sempre interessanti questi dati ma credo che bisognerebbe fare una analisi più ampia partendo dagli anni 80 fino ad oggi.
Se guardo il comune dove abito da sempre e cioé Saint-Vincent credo che negli ultimi 30 anni abbiamo chiuso minimo 50 attività.
Le attività chiuse non hanno più riaperto e ad oggi le serrande sono ancora abbassate.
Questo riguarda un singolo comune ma credo che la situazione in tutta Italia sia la medesima e sicuramente non migliorerà con il passare degli anni.
Tutto questo è frutto delle politiche internazionali e nazionali che di fatto hanno deciso di fare scomparire le piccole imprese.
La cosa di cui non mi capacito è come tutto queste chiusure di attività di qualsiasi genere sopratutto nel nostro territorio siano indifferenti ai politici regionali e locali che non ne parlano mai…