In Consiglio Valle passa, tra le polemiche, il piano casa regionale

Il provvedimento consente ai proprietari di aumentare la volumetria degli immobili dal 20 al 35 per cento. Se la riqualificazione riguarda aree più vaste o interi quartieri la percentuale può salire al 45 per cento. Critiche dall'opposizione.
Economia

A una settimana dalla firma del Piano casa da parte del governo Berlusconi, il Consiglio regionale ha emanato un provvedimento ispirato alle nuove direttive sull’edilizia. Sarà più semplice, da oggi, ampliare il volume della propria abitazione, sempre che l’immobile abbia acquisito il titolo abitativo edilizio entro il 2008. I proprietari di unità abitative potranno aumentare la volumetria degli immobili fino al 20 per cento, percentuale che sale al 35 per cento nel caso di demolizione e successiva  ricostruzione degli edifici con criteri improntati all’edilizia sostenibile. Quest’ultima possibilità è offerta solamente ai proprietari di edifici realizzati prima del 31 dicembre 1989.

Nel caso gli interventi non riguardino singole unità abitative, ma intere zone e quartieri, il piano casa della Regione ha portato l’aumento massimo percentuale di volumetria al 45 per cento. In questo caso, però, non è sufficiente l’iniziativa dei privati. Questo tipo di intervento richiede infatti la stipula di accordi e intese con le pubbliche amministrazioni, o l’inserimento in un Pud, piano urbanistico di dettaglio, di iniziativa privata. Anche in questo caso è previsto l’utilizzo di tecniche costruttive sostenibili dal punto di vista ambientale, che includano l’impiego di fonti di energia rinnovabili o adottino misure di risparmio energetico e idrico.

Nell’illustrare i contenuti del disegno di legge, il relatore Piero Prola ha voluto evidenziarne alcuni aspetti, come l’attenzione dedicata all’edilizia sostenibile, allo snellimento delle procedure burocratiche e alle esigenze dei piccoli proprietari, e  ha auspicato, attraverso l’attuazione del Piano, il rilancio del settore edilizio locale.

Il provvedimento, approvato con 26 voti favorevoli, cinque contrari (VdAVive/Renouveau) e tre astenuti (PD), ha provocato malumori tra le file dell’opposizione. Secondo Roberto Louvin si tratta una “pericolosa scelta di campo”, che lascerà “profonde tracce sul territorio valdostano”. Il consigliere di VdAVive/Renouveau ha indicato come principale effetto del disegno di legge quello di ispirare un generale clima di “deregulation”. A beneficiarne, ha affermato in aula, saranno specialmente i proprietari di seconde case. Raimondo Donzel, del Pd, pur favorevole alla riqualificazione del patrimonio edilizio, ha espresso perplessità riguardo agli interventi sulle seconde case, definiti “non pertinenti e in contraddizione con la norma sull’ampliamento delle strutture alberghiere”.

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