In un decennio bruciato l’11% del Pil. E ora scatta l’allarme demografico

19 Giugno 2017

I segnali di ripresa si vedono, ma in Valle d’Aosta sono ancora troppo deboli. Parole di Dario Ceccarelli, dell’Osservatorio del mercato del lavoro che oggi, 19 giugno, ha presentato la “Nota economica e sociale” per l’anno 2017.

Insomma la crisi nella nostra regione picchia ancora duro e la Valle non sembra abbastanza forte come altre regioni che invece stanno uscendo dal tunnel. Dal 2007 al 2016 sono stati bruciati 11 punti percentuali del Pil, e a soffrire in modo particolare sono stati l’industria con un – 5,9% e l’edilizia con un -9,9%. Una caduta compensata dal turismo – ha detto il presidente della Regione Pierluigi Marquis – sia per le presenze sia per il numero di giornate di frequentazione”.

“L’onda lunga delle ripercussioni della crisi – ha sottolineato Dario Ceccarelli – è poi testimoniata dalle dinamiche demografiche, che per il terzo anno consecutivo vedono diminuire il numero dei residenti, sebbene anche in questo caso si tratti di una dinamica che ci accomuna al resto del Paese. La contrazione è spiegata da un calo delle nascite, che da un biennio sono attestate al di sotto delle 1.000 unità l’anno, associato a saldi naturali negativi, ma soprattutto da una dinamica migratoria negativa. Anche in questo caso, nel 2016 si vedono dei segnali di superamento di questa fase, in particolare si osserva una ripresa del saldo  migratorio estero”.

Ma nel corso del 2016 alcuni segnali di ripresa si sono visti, anche se non in modo sufficiente per segnare un punto di svolta. “Sebbene il sistema economico e sociale sia stato duramente sottoposto alla crisi – ha sottolineato Ceccarelli emergono poi alcuni elementi di tenuta e qualche segnale confortante. Il PIL pro capite si conferma tra i più elevati tra le regioni italiane e mantiene un buon posizionamento anche tra le regioni europee. Anche il reddito pro capite delle famiglie consumatrici evidenzia una generale tenuta. Si deve poi registrare un aumento della produttività e possono essere guardati con favore i confortanti segnali positivi provenienti dal settore turistico”.

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