La Regione mette in campo 15milioni di euro in tre anni per le politiche del lavoro

Il piano è stato approvato con 26 voti favorevoli e 8 astensioni. Un documento che mette al centro dell’attenzione i giovani e la formazione. Dura la posizione del PdL: “Troppe risorse e pochi risultati”.
Consiglio regionale
Economia

panne. La situazione valdostana, spesso descritta come florida nel recente passato, inizia a dare segnali preoccupanti. E a disegnare il quadro è lo stesso presidente della Regione, Augusto Rollandin. “Raffrontando mese per mese i dati del 2009 rispetto al 2008 si registra mensilmente un aumento di 70 disoccupati, una diminuzione di 100 assunzioni, un aumento del precariato del 4%”.

Insomma, per il presidente Rollandin, bisogna intervenire subito. “Il piano di politica del lavoro rappresenta una risposta importante per il mercato, soprattutto in questo momento congiunturale di crisi. A chi si rivolge il piano? A tutta l’utenza, ma volendo focalizzare un target non vi è dubbio che i destinatari e i maggiori beneficiari sono i giovani”.

Il Piano ripartisce gli interventi in due grandi ambiti:  le politiche di sistema – vale a dire la riorganizzazione dei servizi per il lavoro, l’integrazione del sistema educativo e formativo, il potenziamento dei servizi informativi – e le politiche attive del lavoro – con particolare  riguardo alle strategie volte ad affrontare l’attuale crisi congiunturale oltre che ad aumentare il tasso di occupazione migliorando l’occupabilità, sia attraverso interventi formativi anche individuali, sia mediante l’erogazione di contributi per fasce d’utenza specifica. Un capitolo di azioni mira, inoltre, a incentivare la creazione e lo sviluppo di nuove imprese.

In aula si sono usati toni anche molto duri nel giudicare le politiche del lavoro, così come attuate negli ultimi anni. In particolare, il Popolo della Libertà, che si è astenuto, parla di “strumenti obsoleti” e di “troppe risorse per una formazione sul nulla”. “Sono stati impiegati vari milioni di euro – ha dichiarato durante il dibattito Massimo Lattanzi, PdL – per creare 240 posti di lavoro in quattro anni, posti di lavoro per altro precari perché a tempo determinato. I corsi che abbiamo visto attuare sono stati in realtà dei semplici ammortizzatori sociali, senza riuscire in realtà a creare nessuna professionalità spendibile.

L’altra astensione è di Vallée d’Aoste Vive – Renouveau: “Condivido molti principi contenuti in questo piano – ha dichiarato Albert Châtrian – ma quanto previsto non è sufficiente e questo consiglio dovrà monitorare per adeguarlo alle esigenze che si manifesteranno”.
Un giudizio positivo, invece, è arrivato dal Partito Democratiche che, con Gianni Rigo, ha approvato il “metodo utilizzato per costruire con un documento largamente condiviso, con contenuti in grado di aggredire la crisi, rivolgendo attenzione ai più deboli”.

Il piano triennale di politica del lavoro è stato approvato con 26 voti favorevoli e 8 astensioni (PdL e VdA Vive/RV). Ma per capire quali saranno le misure concrete e gli incentivi messi in campo sarà necessario aspettare le “istruzioni” che potrebbero essere approvate dalla Giunta regionale già nel giro di qualche settimana.

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