A pochi giorni dall’Assemblea dei soci per il rinnovo delle cariche, torna a riaccendersi la querelle dei contratti di affitto dei terreni su cui insiste il comprensorio di Monterosa Ski. Una ventina di famiglie di Champoluc e Gressoney ha presentato un esposto alla Procura di Aosta, dopo essersi visti di nuovo recapitare la proposta di revisione degli accordi in essere, con “corrispettivi irrisori, leggermente superiori alle indennità di servitù di uso pubblico”.
Una proposta accompagnata da un ultimatum: se i proprietari non dovessero accettare le nuove condizioni, Monterosa “…sarà costretta a chiedere l’avvio del procedimento per la costituzione coattiva di servitù di pista…”.
Da qui la decisione di rivolgersi in via Ollietti.
I proprietari dei terreni ricordano come come i contratti di affitto “siano tuttora validi ed efficaci”, nonostante la società dal 2016 abbia smesso di adempiervi “creando un considerevole debito per Monterosa, e altro contenzioso, oggi pendente, con taluni dei proprietari, che appunto hanno chiesto adempimento e risarcimento del danno”. Secondo quanto riferiscono i proprietari, gli affitti non pagati dalla società ammontano a 30mila euro annui.
Essendo tuttora validi i contratti, contestano i proprietari, la costituzione di servitù ad uso pubblico non può essere applicata. Senza contare che si può “parlare di costituzione coattiva di servitù di uso pubblico solo se sussiste decreto di classificazione delle piste e dichiarativo di pubblica utilità delle stesse: quello stesso decreto che, avendo perso in Consiglio di Stato (Nda la causa fu promossa dagli stessi proprietari dei terreni), è stato annullato e non esiste più”.
Nel mirino dei proprietari c’è soprattutto l’attuale presidente di Monterosa Ski. “E’ noto, perché lo ha dichiarato lo stesso Munari mesi fa, che quella di Monterosa, di mettersi in conflitto con i proprietari, è una ‘scelta imprenditoriale’: – chiosano ancora i promotori dell’esposto – ma cercare di trarre profitto causando un danno ingiusto (ingiusto perché è noto che il procedimento espropriativo non può essere attuato dato che mancano i presupposti di legge), è qualcosa di diverso da una scelta imprenditoriale, ed è ancor più grave provenendo da una Società a capitale pubblico e controllata dalla pubblica amministrazione”.