La legge regionale sulla mobilità sostenibile arriva sul tavolo della Commissione europea. A portarcela sono gli europarlamentari del M5S Gaetano Pedullà, Dario Tamburrano, Mario Furore e Pasquale Tridico evidenziando come il requisito della residenza biennale, per accedere ai contributi previsti, “rappresenti una forma di discriminazione indiretta, che penalizza cittadini italiani provenienti da altre regioni e stranieri, inclusi cittadini Ue ed extra-Ue che godono del diritto di parità nell’accesso a beni e servizi”.
La legge regionale del 2019 prevede che i contributi per la mobilità sostenibile siano concessi solo a chi risiede da almeno due anni, anche non consecutivi, nel territorio regionale. “Questo vincolo appare a molti irragionevole e discriminatorio. – spiega una nota – Se l’obiettivo è migliorare l’ambiente e ridurre le emissioni, perché limitare l’accesso agli incentivi solo in base alla durata della residenza? Tutti i residenti, indipendentemente da quanto tempo vivano in Valle, possono contribuire alla riduzione dell’inquinamento acquistando veicoli a basse o zero emissioni. La questione si complica ulteriormente se consideriamo il diritto alla parità di trattamento sancito dalle normative europee”.
Gli europarlamentari del M5S ricordano come “non è la prima volta che la Valle d’Aosta si trova a fronteggiare accuse di discriminazione. Il Tribunale di Torino ha recentemente bocciato una norma regionale che imponeva un requisito di cinque anni di residenza per ottenere mutui agevolati per l’acquisto della prima casa”.