Un adeguamento delle opere esistenti, ma allo stesso tempo il potenziamento dell’impianto esistente. Per l’impianto idroelettrico di Chavonne Cva si prepara ad un importante investimento, stimano in 200 milioni di euro circa. Il 12 agosto scorso la società ha presentato al Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica istanza per l’avvio del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale.
“Le strutture che costituiscono l’impianto presentano, in generale, fenomeni di ammaloramento, in particolare le porzioni di canale a mezzacosta sono soggette al normale degrado per un’opera che ha superato i 100 anni di vita e insistono su versanti soggetti a importanti dissesti idrogeologici (generati in particolare dalla propensione al crollo degli ammassi rocciosi sovrastanti e dallo scivolamento del piano di imposta). – si legge nel progetto – Tale situazione comporta ovviamente elevati costi di manutenzione per il mantenimento in esercizio e la messa in sicurezza e genera anche dei fermi impianto con evidenti perdite energetiche ed economiche. Gli interventi eseguiti tuttavia non possono ritenersi definitivi e risolutivi in considerazione dell’età e delle caratteristiche dei manufatti e in ragione dell’entità dei dissesti idrogeologici attraversati”.
Da qui la soluzione individuata di non modificare i siti di prelievo e restituzione della risorsa idrica, ma di dismettere l’attuale sistema di canali e di realizzare nuove gallerie di derivazione di circa 13 km, tutte scavate in sotterraneo, e di realizzare al termine della stessa una nuova vasca di carico, circa 25 metri più a monte dell’attuale.
Cosa prevede l’intervento
Il progetto prevede inoltre l’adeguamento delle prese esistenti sui torrenti Grand-Eyvia e Savara, la dismissione della presa sul torrente Nomenon, una nuova condotta forzata, la realizzazione di una nuova centrale di produzione in un nuovo sito circa 35 metri più a valle. Quest’ultima vedrà in particolare la luce all’interno della zona artigianale ex-Cogne, in località Chavonne, di proprietà regionale. Per realizzare la nuova centrale e la nuova stazione elettrica è prevista la demolizione di due stabili esistenti, lo spostamento del traliccio della linea alta tensione di circa 50 metri verso il fiume e lo scavo parziale del versante situato a monte di questa area.
L’intervento vedrà inoltre la deviazione della strada regionale 23 di Valsavarenche a Fenille, la realizzazione di by-pass stradale provvisorio dell’abitato di Champlong a Villeneuve, ma anche l’adeguamento della strada di accesso a Poignon, sempre nel comune di Villeneuve.
A intervento concluso Cva conta di incrementare la portata massima derivabile e del salto lordo di impianto. Oggi Chavonne ha una portata media 5,333 m³/s, una potenza nominale media 30,55 MW e un salto lordo di concessione 584,22 m. Dopo l’intervento la portata media salirà a 6,33 m³/s, la potenza nominale media a 40,20 MW e il salto lordo di concessione a 647,32 m.
“Contiamo di raddoppiare la produzione – spiega Enrico De Girolamo, direttore di Cva – passando dagli attuali 140 Gigawatt l’ora a 300. L’impianto diventerà il secondo più importante di Cva. L’incremento di produzione da solo corrisponde a più di 40mila impianti fotovoltaici casalinghi”.
I tempi della procedura
I tempi del revamping non sono brevi. Il Ministero ha infatti 200 giorni per chiudere la Valutazione di impatto ambientale, salvo richiesta di integrazioni. I vari stakeholders locali – ieri si è svolto un sopralluogo con tutti i vari soggetti coinvolti (sindaci, forestale, strutture regionali ecc) – devono esprimersi invece entro 30 giorni. Ai 200 giorni vanno poi sommati altri 90 giorni per la procedura di ottenimento dell’autorizzazione unica, che compete all’Assessorato regionale allo sviluppo. Ottenuti tutti i permessi si potrà partire con la gara e i successivi lavori, stimati in 4 anni e 4 mesi.
“Nella migliore delle ipotesi potremmo partire con l’esecuzione dei lavori nel 2026. – prosegue De Girolamo – La costruzione avverrà in parallelo con l’impianto esistente, che verrà interrotto soltanto negli ultimi mesi per fare lo switch con le nuove gallerie di captazione”.
La necessità di rinnovare la centrale di Cva era emersa già nel 2010, quando Cva aveva presentato un primo progetto, che non aveva però superato le varie valutazioni necessarie.
“Questo progetto ha cercato di ridurre al minimo gli impatti sul territorio – evidenzia ancora De Girolamo – Abbiamo lasciato inalterate le prese esistenti, riducendole da tre a due. L’intervento è interessante dal punto di vista dell’impatto ambientale e di incremento della sicurezza dei territorio. Oggi infatti utilizziamo i canali a mezza costa costruiti dai prigionieri di guerra della prima guerra mondiale, che però essendo esterni sono soggetti alle intemperie e movimenti gravitativi del territorio. Le operazioni di captazione in galleria sono invece molto più sicure. Con diverse pendenze aumentiamo quindi il salto in condotta. Tutta questa migliore efficienza la otteniamo pur mantenendo, se non migliorando, l’impatto del deflusso minimo vitale”.
Sarà invece più veloce l’iter del revamping della centrale di Hône, per la quale Cva ha già ottenuto l’autorizzazione unica e sono in fase di aggiudicazione gli appalti per iniziare i lavori che dovrebbero durare circa 2 anni e mezzo. Il costo dell’intervento è stimato invece in 80 milioni di euro.
Una risposta
Dai che tra un paio di anni verranno dati i dividendi a tutti noi cittadini e non pagheremo più le bollette.