I lavoratori della sanità valdostana manifesteranno domani, mercoledì 15 ottobre, dalle ore 14 alle 16 davanti a Palazzo regionale, per chiedere al Presidente della Regione, Augusto Rollandin, di sollecitare il Governo e la Conferenza Stato-Regioni ad aprire il tavolo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del pubblico impiego.I presidi unitari delle sigle sindacali delle RSU, Cisl, Cigl, Uil e per la Valle d’Aosta Savt, avverranno in tutta Italia davanti alle prefetture. Il rinnovo del Contratto della Sanità pubblica tocca in Italia oltre 750mila lavoratori, in Valle d’Aosta circa 2000.
“La manovra economica del Governo non stanzia – si legge nelle motivazioni della protesta – risorse sufficienti a rinnovare il Contratto nazionale di Lavoro del personale della sanità per gli anni 2008-2009. Infatti il Governo ha previsto un tasso di riferimento per il rinnovo di tutti i contratti di lavoro dipendenti dell’1,7% per il 2008 e dell’1,5% per il 2009, a fronte di un’inflazione tendenziale del 45 e di un’inflazione reale di oltre il 6%. In sostanza prevede aumenti che non coprono assolutamente la perdita di potere d’acquisto delle retribuzioni”.
Nel presentare i motivi del presidio “che non è uno sciopero – precisano gli organizzatori – visto che il nostro obiettivo rimane quello di non causare disagi alla Sanità pubblica”, i rappresentanti sindacali hanno evidenziato in particolare che al termine di questa prima fase di iniziative, organizzeranno una grande assemblea nazionale dei 5000 quadri e delegati RSU che si terrà a Roma il 17 ottobre, in occasione della quale si valuteranno le iniziative da assumere tra le quali figura uno sciopero generale di tre giorni.
In generale i sindacati chiedono: lo stanziamento nella legge Finanziaria di risorse sufficienti a rinnovare i contratti di lavoro dei lavoratori dipendenti, che tengano conto del reale costo della vita, la revisione dell’indice di inflazione preso a riferimento per il rinnovo del contratto, “oltre a fare un passo indietro rispetto ai tagli e alle razionalizzazioni – ha spiegato Jean-Pierre Guichardaz dell’Fp CGIL – sulla Sanità contenute nel decreto 133 “Brunetta”. Manovre che influiranno sugli specifici fondi con ricadute negative sul cittadino. Si prevedono, infatti, anche tagli ai livelli assistenziali minimi tra i quali figurano, escluse alcune fasce “deboli”, quelli relativi ai ticket per radiografie, analisi del sangue, ecc… che diventeranno a pagamento”. A questi temi si aggiunge la protesta contro il blocco delle assunzioni e dei turn-over, la mancata copertura dei posti di lavoro che si libereranno con i pensionamenti, oltre alla messa in discussione della stabilizzazione dei precari.
“Sulla nota questioni dei “fannulloni” ci teniamo a precisare che spesso i giorni di malattia del personale sanitario sono dovuti ad un ambiente di lavoro malato – ha detto senza mezzi termini Graziano Tachella, RSU – Venga Brunetta, che è un privilegiato, a lavorare in reparto, di notte, con turni di lavoro estenuanti. Noi non soffriamo certo di assenteismo”.
A tracciare un quadro generale dell’annoso problema dei rinnovi dei contratti è stato Pierre-Joseph Alliod del Savt, che ha sottolineato come, "a livello nazionale sindacale, sia in corso una riflessione sulla possibilità di unificare gli attuali 400 tipi di contratti esistenti tra pubblico impiego e privato".
“La nostra è una azione di solidarietà – ha aggiunto Jean Dondeynaz della FP CISL – anche nei confronti dei lavoratori che lavorano nella Sanità privata (IRV, Casa GB FESTAZ…) che da anni non hanno un contratto decente”.
La riunione tra rappresentanze sindacali e Governo regionale si terrà il 16 ottobre, occasione della quale sarà presente l’assessore alla Sanità Albert Lanièce.