“Questo mese 8064 kWh costano 6615,21 lo scorso anno sarebbero costati 1370,93”. Lo sfogo in un post pubblicato su Facebook da Paolo Viganò, titolare del Lounge Bar e Wine Restaurant “Castore & Polluce” di Gressoney-La-Trinité. La didascalia ha accompagnato lo screenshot della bolletta di settembre 2022 del suo locale, coronato da un punto interrogativo: “A questo punto il dubbio è “conviene tenere aperto?’”.
I costi della bolletta della luce sono più che quadruplicati rispetto all’anno scorso. “Una follia” si esprime Viganò “Le bollette di giugno, luglio, agosto e settembre messe insieme di quest’anno cubano più rispetto all’intero 2021”.
E’ stato un aumento costante che ha portato la tariffa a passare da 17 a 82 centesimi per kilowattora. “E’ così da tutto l’anno” spiega il titolare. Dal primo gennaio le condizioni contrattuali avevano subito una modifica unilaterale, “da lì ho visto crescere la tariffa per kilowattora di mese in mese. Ad aprile erano 43 centesimi, a luglio erano già 65, fino ad arrivare agli 82 di adesso”.
“In questo momento è una perdita costante tenere aperto” dice “Ho fatto i conti e sono 100 euro al giorno di corrente! 200 servono per gli stipendi, 100 per l’affitto e poi ci sono le materie prime. Bisogna raggiungere 1400 euro al giorno di utile per avere un break even point (un punto di pareggio). In questo periodo facciamo 200 euro di fatturato al giorno, che è pochissimo, quindi non conviene assolutamente. Lo faccio con gioia perché mi piace il mio lavoro, però con questi costi non diventa più sostenibile in bassa stagione”.
Lo stato della situazione è confermato dal presidente Adava Luigi Fosson, che dichiara: “Tra gli operatori turistici chi aveva un contratto a prezzi calmierati con Cva fino a fine anno non ha visto aumentare i costi delle bollette, per gli altri sono aumentati di due o tre volte. Però per ora non ho avuto notizie di nessun locale che intenda chiudere per questo motivo”.
Fronteggiare un tale aumento
Già la prossima settimana, il titolare del locale uscirà dall’attuale compagnia nazionale per passare ad una regionale. “Questo non vuol dire che avrò un grandissimo vantaggio ma sicuramente avrò una riduzione, visti i preventivi che mi hanno fatto” commenta.
In più, è da quattro anni che l’azienda, grazie agli incentivi regionali dell’era post Covid, ha ottimizzato i processi di produzione, cambiando i vecchi macchinari a favore di nuovi. “Abbiamo avviato un processo di rinnovamento tecnologico” conferma il portavoce “A dicembre completeremo questo processo con un ulteriore cambio di attrezzatura che ci comporterà una drastica riduzione dei costi”. Questo provvedimento ha già dato risultati tangibili, infatti a luglio 2021 il Castore & Polluce ha fatturato il 40% in meno rispetto a luglio di quest’anno, consumando tuttavia il 10% di kilowatt in più! “Nonostante avessimo lavorato di più, abbiamo consumato di meno. Questa al momento è stata la prima soluzione importante adottata” puntualizza Viganò.
Ancora, “siamo estremamente attenti a razionalizzare le spese” continua “Se prima si lavorava con due forni adesso se ne tiene acceso solo uno, e invece che due motori dell’impianto della birra in bassa stagione se ne usa solamente uno. In questo modo riduciamo le spese, ma purtroppo anche l’offerta, di conseguenza. Al momento questo è l’unico modo. Come dico sempre ai miei clienti, da piccolo avevo paura del buio, adesso ho paura della luce”.
Inoltre, “anche se non con piacere”, si è dovuto ritoccare il listino dei prezzi. “Se non salgono gli stipendi e salgono i costi di consumo e di produzione, di conseguenza i clienti saranno costretti a rinunciare a un servizio come il nostro” prevede il titolare.
Altro provvedimento che si intende prendere è quello di ridurre il periodo in cui si ha il massimo del personale: in bassa stagione anziché tre dipendenti se ne avranno due. “Introdurremo il terzo a breve e arriveremo a sette persone a dicembre, in vista della stagione invernale. Al posto di assumerli a settembre li assumerò a inizio dicembre; è l’unica maniera per fronteggiare i rincari di bolletta subiti questo mese”.
Le prospettive? “Chiudere no, ma razionalizzare sì”
“Non voglio assolutamente buttare al vento quattordici anni di attività, di investimenti e sacrifici. Ma può essere che io decida di razionalizzare il mio futuro imprenditoriale” confessa Paolo Viganò, ricordando che nel suo lavoro si vive di stagionalità turistica, caratterizzata da picchi di presenze in positivo e negativo. “Di solito il mio locale resta aperto anche a settembre, ottobre e novembre, quando non c’è quasi nessuno, ma adesso in quei mesi non so se sarò ancora in grado di tenere aperta la mia attività con questi costi. In questo periodo noi siamo praticamente qui a dare un servizio. Prima era un investimento sulla stagione, ma in questa situazione mi trovo costretto a fare valutazioni che se non cambiano le tariffe al ribasso mi porteranno a non tenere più aperto nella bassa stagione.
“I costi di adesso sono insostenibili per chiunque. Se come dicono le bollette scendessero in maniera sostenibile l’attività ritornerebbe sostenibile, altrimenti no”.
Il Castore & Polluce è uno dei pochi locali a Gressoney-La-Trinité aperto in questo periodo. “Alcuni colleghi con cui ho parlato hanno cambiato uno o due anni fa il fornitore e hanno tariffe vincolate. A dicembre si troveranno a fare i conti con questi aumenti in maniera ancora più drastica, perché magari avevano aperto con i listini sulla base dei prezzi precedenti e non con quelli attuali”.
Nonostante la difficoltà, “qui nessuno ha intenzione di arrendersi” assicura Viganò “si spera di riuscire a farcela e di riuscire ad affrontare in maniera positiva un inverno che potrebbe essere difficile in termini di costi energetici”. Comunque, “i conti si faranno alla fine della stagione. In attesa della stagione invernale nessuno intende chiudere. I tre anni precedenti hanno dimostrato la nostra tenacia, tra limitazioni e blocchi dovuti al Covid”.
Per fortuna la stagione estiva era andata alla grande, “altrimenti non so come avrei fatto a pagare queste due bollette!” ammette il titolare. Però “si pensava di aver messo da parte qualcosina per poter affrontare la stagione bassa, poi ci siamo trovati a dover pagare 6615 euro di corrente…”