Era troppo piccola ieri sera la sala dell’Hotel des Etats di Aosta per contenere le tante lavoratrici delle 29 microcomunità pubbliche valdostane arrivate, con un misto di rabbia e preoccupazione, per conoscere, dalle parole dei consiglieri di minoranza, il progetto di riorganizzazione del servizio. “La prossima volta vi prenotiamo Palazzo regionale” ironizza Roberto Cognetta. Sala gremita con tante donne rimaste fuori ad ascoltare. “Quest’anno a bilancio per il servizio c’erano 18,5 milioni di euro, per il 2017 ci sono 16 milioni” spiega il consigliere grillino. Oltre due milioni di euro in meno che il Governo regionale deve trovare razionalizzando e riorganizzando. Come? “Ci hanno detto che bisognerà andare a toccare i salari” continua Cognetta. “Perché dei 3000 dipendenti del comparto pubblico si è scelto di andare a colpire i 700 delle micro? Anche voi avete superato un concorso pubblico e fatto un percorso di qualificazione” ricorda Elso Gerandin di Uvp. “Se passa il concetto che si può frazionare il comparto dopo di voi potrebbe toccare ai bidelli e poi chissà a chi altri”.
I tre gruppi di minoranza puntano il dito contro il Governo regionale. “Da tempo si sapeva che ci avrebbero tolto l’Iva da importazione e che avremmo dovuto contribuire al risanamento dei conti pubblici dello Stato. I soldi non ci sono più ma sono arrivati a questo punto impreparati e senza idee” attacca Patrizia Morelli di Alpe.
Giunta regionale presa di mira anche dal pubblico: “Per il Casinò e per il Tor i soldi ci sono”, “Il nostro presidente ha tirato su le micro dicendo che erano il fiore all’occhiello e ora le vuole chiudere” e ancora “Non saremo solo noi a non votarvi più ma anche i parenti dei nostri utenti”.
Accuse e critiche sono piovute anche contro i sindacati accusati di non aver informato i lavoratori e di non affilare le armi per la battaglia. “Aspettiamo di avere in mano tutti i dati” provano a discolparsi gli unici due sindacalisti presenti in sala.
“Cosa possiamo fare?”. La domanda rimbalzata più volte dal pubblico. I suggerimenti offerti dai consiglieri di minoranza sono di costituirsi in comitato “come hanno fatto gli insegnanti contro la Buona scuola”, di presentarsi martedì in Consiglio regionale quando la questione verrà discussa con tre iniziative dell’opposizione o anche di prenotarsi tutte per il ricevimento del Presidente, di andare a parlare con i sindaci e i presidente dell’Unité ma anche di manifestare, sensibilizzando la popolazione.
“L’eccellenza è un ricordo, ora garantiamo gli standard minimi, sotto questa soglia non possiamo andare” scandiscono le lavoratrici.
Fra le proposte emerse durante l’audizione dei giorni scorsi in commissione dell’Assessore Fosson e del dirigente Nuti quella di diminuire i minutaggi. Come a dire in sette minuti puoi mettere a letto due anziani anziché uno. “Certo se lo sbattiamo a letto si può fare ma non è anche questo un maltrattamento?”. La strada del minutaggio è già consolidata in alcune strutture pubbliche e private ma fa orrore ai presenti.
“Abbiamo a che fare con esseri umani, non siamo in una fabbrica. Il minutaggio mettiamolo negli uffici dove sono in dieci a fare la stessa cosa e riescono pure a sbagliarla” gridano dal pubblico “Noi rispettiamo l’utente qui guardano solo il Dio denaro,”.
La proposta che arriva dal pubblico è di invitare i politici a visitare le micro. “Per un giorno si mettano loro nei panni dei nostri utenti, vediamo se apprezzano essere imboccati, lavati e messi a letto in poco tempo. Tanto prima o poi tocca a tutti” suggerisce una lavoratrice. “Con queste condizioni speriamo però di morire prima” le fa eco un’altra.