Trasporti, “Più un servizio è scadente, meno questo verrà utilizzato”

Una studentessa racconta i disagi che sta incontrando per raggiungere casa dopo la riorganizzazione del servizio di trasporto pubblico locale.
Economia, I lettori di Aostasera

E’ proprio vero: chi non possiede un’automobile in Valle d’Aosta, è proprio in grave difficoltà. Sono una studentessa che studia a Torino, e come credo sia chiaro ormai a tutti la situazione dei trasporti su rotaia rasenta il ridicolo (tra rottura di carico, sporcizia e ritardi è una vera e propria odissea). Ma oggi non scrivo per sottolineare il disservizio di Trenitalia, ma il disservizio creato dalla Savda per il trasporto pubblico locale. Vivo a Fénis, e quando rientro dalle mie settimane a Torino per spostarmi utilizzo i mezzi pubblici, non avendo la possibilità di utilizzare la macchina. Il guaio sorge proprio da quando sono stati cambiati tutti gli orari: infatti per compiere 16,9 km (fonte: google maps) ci impiego in media 50/60 minuti. La Savda ha istituito un servizio di navetta circolare, con una frequenza di 30 minuti, che collega Fénis con i comuni limitrofi (Nus, St. Marcel, Brissogne, Chambave, Villefranche). Sono stati eliminati gli autobus diretti con Aosta (ad eccezione delle linee per studenti e operai) perché troppo costose e inquinanti, sulla stima di un’utenza limitata. Di conseguenza, chi vuole spostarsi fino ad Aosta deve fare un cambio d’autobus a Nus. Fin qui tutto bene. Se non che il vero problema sorge esattamente in questo cambio: infatti, chi aspetta la coincidenza con l’autobus di linea (della Sadem, proveniente da Ivrea o Pont Saint Martin), ha 30 minuti di attesa. Contando che l’inverno si avvicina, capite che scocciatura sia starsene seduti alla fermata quando le temperature cominceranno a scendere sensibilmente. Facciamo un conto: 5 minuti di viaggio tra Fénis e Nus più 30 minuti di attesa a Nus più 20 minuti di viaggio fino ad Aosta, per un totale di 55 minuti di viaggio. La navetta poi continua il suo viaggio una volta arrivata a Nus: carica infatti le persone che vogliono tornare a Fénis di ritorno da Aosta. Spostandosi verso Pont Saint Martin, il passeggero scende a Nus sul lato destro della statale e per andare a Fénis, deve utilizzare il sottopassaggio per attraversare e finalmente prendere la navetta sul lato opposto (in sostanza, dove si prende l’autobus per Aosta). Tutto ciò risulta oltre che complesso, anche un pochino paradossale. Mi chiedo però come possano fare le persone anziane, le mamme con i bambini o chiunque abbia difficoltà a camminare o a spostarsi con un peso (una valigia, una borsa della spesa), contando che il cambio è di circa 10 minuti e nel sottopassaggio ci siano degli scalini da fare (esposti a pioggia, neve e quindi ghiaccio). Direi che anche tornare a casa sia piuttosto faticoso. Mi chiedo perché gli orari siano stati modificati in questo senso. Posso capire che la scelta sia stata dettata dalla necessità di tagliare delle spese inutili (ahimé gli autobus, anche quando erano diretti, viaggiavano vuoti), ma credo che così si sia peggiorato il problema: il disagio è tanto, e quei pochi che utilizzavano i mezzi hanno dovuto rinunciarci perché era praticamente impossibile adattare i nuovi orari a quelli del lavoro. Di conseguenza, le navette a Fénis si spostano completamente vuote, tutti i giorni. Non è forse questo un’ulteriore spreco di soldi? Non è possibile riorganizzare gli orari, che almeno permettano un cambio più agevole e meno dispendioso in termini di tempo? Vorrei avere qualche delucidazione in merito, contando che ogni volta che torno in Valle per me spostarmi diventa sempre più difficoltoso. Chi vorrebbe risparmiare sul costo sempre più alto della benzina, e utilizzare i mezzi per andare al lavoro, come può mettere in conto 2 ore di viaggio al giorno per fare 15 km che in auto percorrerebbe in quaranta minuti tra andata e ritorno? Vorrei ricordare alla Savda che più un servizio è scadente, meno questo verrà utilizzato.

Elisa Nicoletta
 

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