Una società per azioni per gestire il personale precario della regione. Alpe: “un altro carrozzone”

Il testo del disegno di legge è stato approvato dalla Giunta regionale. La società per azioni assumerà educatori di sostegno, assistenti sociali, custodi di castelli, operatori dei cantieri forestali e dei cantieri edili.
Economia

“Detto e fatto”. Il presidente della Regione, Augusto Rollandin, lo aveva annunciato appena un mese fa, il 20 ottobre scorso, per la precisione: sarà una società a capitale pubblico ad assumere i dipendenti ‘precari’ dell’amministrazione regionale. La manovra finanziaria del ministro Tremonti, infatti, impone la riduzione del 50% rispetto alla spesa sostenuta nel 2009 per il personale con contratti a tempo determinato.

 E oggi, venerdì 19 novembre, la Giunta regionale ha approvato il disegno di legge per la costituzione della società a capitale pubblico che dovrà gestire queste categorie di personale: educatori di sostegno, assistenti sociali, custodi di castelli, operatori dei cantieri forestali e dei cantieri edili. L’obiettivo dell’esecutivo regionale è di completare l’iter nelle commissioni consiliari per poter discutere il testo nell’ultimo Consiglio regionale del 2010.

 “Questo  – ha dichiarato il presidente della Regione – crea le premesse per evitare che ci siano difficoltà legate agli effetti della manovra. Al personale interessato verrà applicato il contratto collettivo di lavoro previsto per ogni categoria”.

La società sarà totalmente pubblica e disporrà di un capitale sociale iniziale di 950mila euro. La nuova spa “dei precari” sarà guidata da un consiglio di amministrazione che potrà avere al massimo cinque membri compreso il presidente.

 “È l’ennesimo carrozzone regionale che non affronta i nodi della questione”, denuncia invece Alpe, il movimento guidato da Carlo Perrin. “E’ solo di una manovra di travaso fittizio di personale da un contenitore all’altro, per continuare a tenere su di esso un controllo diretto”, dicono. Alpe, che ha annunciato di voler presentare a metà della prossima settimana una contro proposta di legge”, pensa ad un altro modello: un “sistema a rete di impronta cooperativistica facendo leva sulla legislazione speciale per la montagna, che sviluppi, accanto agli interventi affidati in via diretta dalla Regione, nuovi margini di auto-imprenditorialità legati ad una pluralità di interventi manutentivi e di  servizio nei Comuni montani”.

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