Si aprirà a breve la porta per accedere al percorso che tutti coloro che ambiscono a diventare guide alpine in Valle d’Aosta devono affrontare. Il 41° corso di formazione per aspiranti professionisti della montagna, promosso dall’Uvgam, è stato presentato nel pomeriggio di ieri, lunedì 16 gennaio, nella sala delle conferenze della biblioteca regionale. L’iniziativa, che si tiene ogni due anni, in quest’edizione è dedicata a Philippe Favre, guida alpina che ha perso la vita nel marzo dello scorso anno, in un incidente di parapendio.
All’introduzione dell’assessore regionale Jean-Pierre Guichardaz, che ha sottolineato le significative ricadute turistiche dell’attività delle guide valdostane, hanno fatto fronte i dettagli, forniti dal direttore del corso, Rudy Janin. La formazione avviene ogni due anni. C’è tempo sino a venerdì prossimo, 20 gennaio, per presentare la domanda di partecipazione. Quindi, le richieste vengono valutate, anzitutto attraverso dei colloqui individuali.
Il curriculum, la base di tutto
La base è “un curriculum alpinistico di un certo tipo, perché per svolgere questa professione bisogna avere la maturità non solo tecnica, ma anche fisica, morale e di responsabilità”. Anche per questo, i partecipanti – come ha confermato Janin parlando stamane ai microfoni di Radio Proposta Aosta – “non arrivano” all’esperienza necessaria per accedere “a vent’anni”. L’età media “si aggira sui 28-29 anni”. Superate le selezioni, che includono anche arrampicata su roccia, su ghiaccio, su misto, prove coi ramponi, con gli sci in fuoripista e testi fisici, “a fine maggio iniziamo il corso”.
Un percorso strutturato
Nello scorso ciclo vi presero parte 15 persone, tutte arrivate al termine con esito positivo. “Su un arco temporale di 13 mesi, fino al luglio 2024 – ha spiegato il Direttore – gli allievi dovranno fare 120 giornate di attività formativa sul terreno. E’ abbastanza complesso, molto impegnativo. Si articola in tante fasi, su tutti gli ambienti in cui una guida alpina deve operare”. Chi completa il percorso entra nella “famiglia” delle guide alpine valdostane.
Oggi in Valle 250 guide attive
“In questo momento, – ha affermato Janin – l’albo professionale valdostano”, presieduto da Ezio Marlier, “conta 250 guide attive (che salgono a oltre 300 con gli emeriti, ndr.). Gli allievi che entrano compensano gli iscritti che escono per ragioni di età, come in tutte le professioni. Quello valdostano è un collegio che continua a crescere, perché il territorio si presta particolarmente alla professione. Quindi, ci sono ragazzi che arrivano anche da altre regioni, che poi si trasferiscono e svolgono la professione qui”.
Una scelta di vita, insomma? “Sicuramente. Alla base di tutto – continua il Direttore – c’è una grande passione e poi la si vuole trasformare in mestiere. Diciamo che l’80% dei ragazzi vuole svolgere la professione. Altri un po’ meno: o fanno parte di altri corsi, o hanno un lavoro che magari non lasciano, oppure si accorgono che non è proprio la loro strada. Sono defezioni che hanno un carattere fisiologico però”.
Corso dedicato al collega scomparso
In sala era presente anche René Favre, padre di Philippe, cui è appunto dedicato il 41° corso. Una figura, quella del 41enne di Valgrisenche, che Rudy Janin ricorda bene, perché, “a parte che era un amico, ha frequentato i corsi che io ero già direttore. Era un ottimo allievo. Poi anche una bravissima guida, molto apprezzata, una persona molto calma, molto riflessiva. Questo faceva di lui un professionista che dava sicurezza e tranquillità ai clienti. Lascia un vuoto, come lasciano un vuoto tutti questi ragazzi giovani a cui magari qualcosa è andato male nella vita”.
Saper reagire agli inconvenienti
Il tratto caratteriale che il Direttore dei corsi evidenzia ricordando l’amico non è qualità indifferente per un professionista della montagna: “La guida opera in un ambiente assolutamente rischioso, lo sappiamo tutti. Per accompagnarci professionalmente delle persone, bisogna avere caratteristiche particolari”.
Per questo, “già durante la selezione, poi nei corsi, ci sono delle valutazioni molto severe”. Una, in particolare, sul reagire “nel modo giusto a degli inconvenienti che possono capitare, perché l’ambiente si presta. Molto, durante il corso, viene dedicato a questi aspetti, che non sono solo tecnici, ma anche morali”. Il bando, con tutti gli aspetti formativi, è sul sito dell’Uvgam.