“Tornerò sul ghiacciaio, su quel ghiacciaio”. Una promessa che Piersandro Maggi, originario di Milano ma innamorato fin da piccolo di Gressoney-Saint-Jean, aveva fatto a se stesso. Non per dimostrare qualcosa a qualcuno o per ottenere la sua rivincita nei confronti di quel tumore al midollo che da qualche anno lo ha costretto alla sedia a rotelle. Quelle parole suonavano più come un atto d’amore e di riconoscenza verso il Monte Rosa, la montagna che lo ha visto diventare grande, innamorarsi e cambiare vita, più volte. E sabato 31 maggio quelle vette lo hanno riabbracciato. Grazie al progetto “Alpinisti InSuperAbili – Adrenalina inclusiva” – ideato da Roberto Ferraro e Daniele Boero con il sostegno del Comune di Valtournenche, dell’Usl della Valle d’Aosta, dell’azienda Ferroli e parte della Fondazione per lo sport Silvia Parente – Maggi ha raggiunto i 4.160 metri del monte Breithorn a bordo di un monosci, in cordata con gli amici di sempre, i volontari del progetto, alcune guide alpine e un medico.
“Vengo a Gressoney dal 1971, da quando avevo dieci anni – racconta -. Non so se è dovuto alle origini di mia mamma, che proveniva dalle montagne bergamasche, ma io in alta quota mi sono sempre sentito bene e questo paese mi è entrato subito nel cuore“. Nella piccola stazione di Weissmatten, ancora bambino, ha preso la sua prima seggiovia, per poi tornarci, un po’ di anni dopo, con sua moglie Laura, anche lei affascinata da quel paesino walser incastonato tra montagne altissime. Sempre lì ha pensato di trasferirsi quando – a quasi cinquant’anni e dopo aver girato il mondo per le case di produzione cinematografica di spot pubblicitari – era in cerca di un nuovo lavoro. “Grazie a Renzo Squinobal, l’ho trovato nel giro di un giorno a Staffal ,nel noleggio di sci di Francesco Laurent – ricorda Maggi, che negli anni successivi è stato anche direttore del Consorzio turistico Gressoney Monte Rosa -. In bassa stagione, quando il noleggio chiudeva nelle ore di mezzogiorno, prendevo gli sci e andavo a farmi mezz’ora di sciata. Mi ero fatto una maglietta con la mia faccia e la scritta ‘sono in pausa pranzo’. È stato fantastico perché in quel periodo ho incontrato i miei amici veri”.
Poi nel 2015 l’inizio di quel mal di schiena, la risonanza magnetica e la diagnosi: tumore al midollo. “Sono stato operato e ho fatto sette mesi in ospedale – spiega -. I primi tempi non riuscivo a muovere niente dal bacino in giù ma in camera avevo appeso un poster del Monte Rosa. Mentre i medici mi dicevano che mi sarei dovuto abituare a questa nuova condizione io ero convinto che su quelle montagne ci sarei tornato. Ho avuto la fortuna di incontrare Francesca, una fisioterapista che ci credeva più di me, e dopo tanti giorni di palestra una notte ho incominciato a muovere l’alluce del piede sinistro. Da lì non ho più smesso di fare fisioterapia, anche a Gressoney grazie ad un fisioterapista del posto, con dei miglioramenti molto importanti”. Infatti, il caso ha voluto che la difficile ricerca di una casa facilmente accessibile a una persona in sedia a rotelle lo riportasse di nuovo in quel paesino ai piedi del Monte Rosa, nel residence di un caro amico, Giancarlo De Fabiani. “Si è preso a cuore la mia condizione e nei tre mesi che sono stato a Gressoney mi portava in braccio in giardino. Sabato era tra quelli che mi hanno accompagnato sul Breithorn”.
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La salita verso il Breithorn – foto Susanna De Fabiani F&S Photography
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Piersandro Maggi – foto Susanna De Fabiani F&S Photography
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Un dettaglio della salita – foto Susanna De Fabiani F&S Photography
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La discesa dal Breithorn – foto Susanna De Fabiani F&S Photography
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L’emozione all’arrivo – foto Susanna De Fabiani F&S Photography
Perché – dopo aver sconfitto il tumore e aver ripreso a praticare lo sci di fondo grazie ai maestri appositamente formati della scuola di Gressoney-Saint-Jean – la testa e il cuore continuavano a guardare il Monte Rosa. Il desiderio diventa realtà grazie alla scoperta del progetto “Alpinisti InSuperAbili”. “Tutte le estati do una mano al mercato di Paysage à manger e proprio lì, in quello che io definisco l’ufficio più bello del mondo perché è ai piedi delle mie montagne, ho incontrato una ragazza giapponese che mi ha parlato di questo progetto – prosegue Maggi -. Ho subito contattato Roberto Ferraro. L’ho riempito di parole e abbiamo iniziato a programmare l’esperienza che, cosa che mi ha molto stupito fin da subito, è gratuita. A maggio ho fatto la visita medica e sabato, alle 7,30 del mattino, siamo partiti da Breuil Cervinia e abbiamo raggiunto con gli impianti il piccolo Cervino. Lì ci siamo legati in cordata e abbiamo raggiunto la cima del Breithorn“.
Insieme a lui – oltre a Ferraro, guida alpina e soccorritore dell’elisoccorso e Daniele Boero, pisteur secouriste e formatore della Federazione italiana sport invernali paralimpici (Fisip), padri di “Alpinisti InSuperAbili” – c’erano delle guide alpine, un medico e gli immancabili amici conosciuti a Gressoney: Giancarlo De Fabiani e la figlia Susanna, che grazie alle sue fotografie e ai suoi video ha trasformato questo viaggio in un ricordo indelebile, Francesco Laurent, Claudio Bastrentaz, Amalia Laurent e Paolo Stella. È stata un’emozione difficile da descrivere a parole. Un viaggio tra amici, in cui le battute e le risate della salita hanno lasciato spazio alla commozione di avercela fatta che solo chi si lega in cordata per godersi la montagna può provare. Poi l’adrenalina della discesa “dritto per dritto” fino a Breuil Cervinia, dove ad aspettarli c’erano Laura, gli Alpini e l’assessora comunale al Turismo, Chantal Vuillermoz, per una bicchierata finale.
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“Il progetto ‘Alpinisti InSuperAbili’ nasce per portare in montagna persone appassionate, come Piersandro, ma che per problemi di salute o a seguito di un incidente non sono più potute andarci – spiega Boero -. L’idea è quella di una gita tra amici che condividono una passione. Grazie al Comune di Valtournenche, all’Usl e al nostro sponsor Ferroli offriamo questa esperienza gratuitamente e in totale sicurezza con la presenza di un medico, di guide alpine e di volontari per un totale di una quindicina di persone ad ogni salita. Ci sono sempre cinque persone imbragate al traino del monosci, di cui uno dietro che tiene il manubrio e quattro davanti che tirano e ci si dà tre o quattro cambi. In discesa, si cambiano gli agganci degli imbraghi e le persone che in salita trainavano in discesa trattengono”. La meta è sempre il Breithorn perché “è l’unica vetta che non ha delle grosse difficoltà alpinistiche” e, anche per chi accompagna, è una grande un’emozione perché “conosci delle persone per la prima volta ma quello che condividi è talmente forte che quando li rivedrai sarà come incontrare i tuoi amici d’infanzia”.
“Se avessi saputo che questi ragazzi dovevano tribolare così non gliel’avrei chiesto – sorride Maggi, che non sa come ringraziare chi gli ha permesso di realizzare il suo desiderio più grande -. Io ho fatto il possibile spingendo con le braccia, mi sono allenato per metterci quello che riuscivo perché ci tenevo che non fosse un semplice portarmi. Ci abbiamo messo un po’ a trovare la giusta inclinazione ma l’esperienza è stata magnifica e l’emozione lassù è stata forte. Mi sentivo in cima al mondo, davanti a me avevo tutti i 4.000 del Monte Rosa e in lontananza ho visto anche la mia Gressoney. Mi sono commosso e ho visto i miei amici con cui fino a un attimo prima ci scambiavano battute commuoversi, ci siamo abbracciati e ho pensato a mia mamma che amava tanto queste montagne”. E aggiunge: “Il mio grazie va a tutta la squadra che mi ha accompagnato, a mia moglie Laura perché senza di lei non ce l’avrei mai fatta, e alle mie fisioterapiste. Quando 9 anni fa mi sono ammalato ci ho messo un bel po’ a capire che cosa mi stava succedendo, anzi forse non l’ho capito ancora adesso, ma poco per rendermi conto che la mia vita si sarebbe circondata di angeli custodi“.
Le salite degli “Alpinisti InSuperAbili” proseguiranno il 29 giugno con Alen Sonza, assicuratore di Donnas con lo sport nel cuore, e il 13 luglio con Tommaso Migliorini di Lessolo. Amico di Daniele Boero, per lui che non ha particolari esperienze in montagna sarà un vero e proprio battesimo.
