(AdnKronos) – Dopo 115 anni si chiude l’era Fiat. Al Lingotto, da oggi, sventola la bandiera di Fca, Fiat Chrysler Automobilies, nel giorno della quotazione a Wall Street. E Torino, anche formalmente, non è più la casa dell’industria dell’auto italiana: è operativa la fusione transfrontaliera di Fiat con Fiat Investments in Fca, società di diritto olandese, con sede legale ad Amsterdam e sede fiscale a Londra in St James Street. Gli ultimi dieci anni di storia, quelli firmati Marchionne, rivoluzionano completamente il profilo di Fiat, fino a cambiarne nome, marchio e sede. Il manager, acquisita la Chrysler, corona oggi il suo progetto ultimando una fusione che segna il passaggio definitivo da un’industria italiana a una multinazionale globale.
Raggiunto il primo target nel 2006, quello di risanare i conti e tornare all’utile, il manager italo canadese si dedica a un processo che porta la Fiat da Torino a Detroit. Nel 2009 avvia l’alleanza strategica con il gruppo Chrysler, supportato dai governi americano e canadese e dai sindacati. In meno di due anni la casa automobilistica americana passa dalla bancarotta pilotata al ritorno dei profitti.
In Italia, intanto, arriva il progetto Fabbrica Italia con la difficile gestione degli stabilimenti, fra cassa integrazione e una forte contrapposizione con il sindacato, soprattutto con la Fiom, che porta anche a un duro contenzioso giudiziario. Arrivano, nel frattempo, anche l’uscita da Confindustria e un nuovo contratto di lavoro. L’obiettivo dichiarato di Marchionne è quello di trasformare Fiat e Chrysler in un gruppo presente a livello globale. E il passo di oggi chiude il cerchio. Con 115 anni di storia che vanno in archivio.
Sono 115 anni scanditi da nuovi modelli, svolte manageriali e momenti di crisi profonda. L’11 luglio 1899 nasce Fia (Fabbrica Italiana Automobili), a Torino da un’idea di Emanuele Cacherano di Bricherasio e Cesare Goria Gatti (già fondatori di Aci). Arriva presto il cambio di nome in Fiat (acronimo di Fabbrica Italiana Automobili Torino), anche per il suo benaugurante significato latino (si faccia, si realizzi). La prima vettura costruita dalla Fiat fu il modello "3½ HP", copia della "Welleyes" e prodotta in 8 esemplari nel corso del 1899.
Dopo un primo periodo di difficile sviluppo, segnato da diverse ricapitalizzazioni e da modifiche nella composizione del capitale azionario, la proprietà della casa automobilistica viene assunta quasi integralmente da Giovanni Agnelli, che diventerà senatore durante il Fascismo e resta a capo dell’azienda sino al termine della seconda guerra mondiale. Dopo aver rischiato di perdere la proprietà dell’azienda per la propria compromissione con il regime fascista, Agnelli passa il comando a Valletta, essendo l’unico figlio maschio, Edoardo, morto in un incidente aereo. Gianni Agnelli, l’erede, divenne presidente nel 1966 e lo rimane fino al compimento del settantacinquesimo compleanno, quando le norme statutarie lo obbligarono a cedere la presidenza.
La carica viene assunta prima (1996) dall’ex amministratore delegato Cesare Romiti e poi (1998) da un dirigente genovese che per molti anni ha lavorato alla General Electric negli Usa, Paolo Fresco. La crisi del gruppo porta il fratello Umberto alla presidenza (2003); e dopo la morte di Umberto è la volta (2004) di Luca Cordero di Montezemolo. L’erede designato dalla famiglia Agnelli, John Elkann, è nominato vice presidente all’età di 28 anni e poi presidente nel 2010. L’amministratore delegato, Giuseppe Morchio, dimissionario, viene sostituito da Sergio Marchionne, dal 1 giugno 2004.