Arrabbiarsi fa male. Gli scatti d’ira portano ad aritmie e aumentano il rischio d’infarto

Roma - La rabbia provoca sottili scariche elettriche che sono responsabili delle aritmie. Questa ricerca dell'Università di Medicina di Yale collega lo stress mentale all'arresto cardiaco. Pazienti sottoposti a un test di stress in laboratorio.
News Nazionali

Roma, 24 feb. – (Adnkronos/Ign) – Cattive notizie per gli iracondi. Dall'ottavo canto dell'Inferno dantesco, infatti, le persone irascibili rischiano di finire direttamente nelle mani del rianimatore. Ricercatori americani hanno scoperto che la rabbia provoca sottili cambiamenti elettrici nel cuore, capaci di predire il rischio di future aritmie nei pazienti con defibrillatore impiantabile. Se precedenti studi avevano dimostrato un aumento dell'incidenza della morte cardiaca improvvisa durante eventi stressanti come terremoti e guerre, questa ricerca per la prima volta rivela che le modificazioni provocate dalla rabbia possono rivelare il rischio di aritmie e collegare lo stress mentale all'arresto cardiaco improvviso. "Si tratta di uno studio importante -sottolinea Rachel Lampert, della Yale University School of Medicine, fra gli autori del lavoro che sarà pubblicato a marzo sul 'Journal of the American College of Cardiology'- perché così iniziamo a comprendere in che modo la rabbia e altri tipi di stress mentale possono scatenare aritmie ventricolari potenzialmente letali, specie tra pazienti con anomalie cardiache strutturali".

I ricercatori hanno esaminato 62 pazienti con defibrillatore impiantabile per circa 37 mesi, monitorati durante un test di stress mentale e nel periodo successivo. I ricercatori hanno 'fotografato' la reazione di pazienti con coronaropatie o cuore ingrossato, sottoposti in laboratorio a un test di stress mentale (ricordare una recente situazione in cui si erano infuriati) tre mesi dopo l'impianto del defibrillatore. Pur tenendo conto di tutti gli altri possibili fattori di rischio, le alterazioni elettriche indotte dall'ira si sono rivelate una spia significativa di aritmie, fenomeni che aumentano il rischio di un arresto cardiaco.

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