Roma, 20 lug. (Adnkronos/Ign) – La Camera ha approvato la richiesta di arresto per Alfonso Papa con 319 voti a favore e 293 contrari su 612 presenti. La votazione si è svolta a scrutinio segreto nonostante la richiesta di Pd e Udc di procedere con voto palese. Intanto ci si interroga sull’eventuale presenza di ‘fuoco amico’. A conti fatti, con la concessione del voto segreto la maggioranza ha perso una trentina di voti.
Il sì all’arresto è arrivato come un secchio di acqua gelata per il Pdl. Dopo il voto c’è sorpresa e imbarazzo tra i parlamentari e i ministri pidiellini. Nessuno vuole commentare. Ignazio La Russa, ministro della Difesa, dribbla così i giornalisti: ‘Lascio la parola ad altri’. Silvio Berlusconi si chiude nella sala del governo, a Montecitorio, con Angelino Alfano e altri esponenti dell’esecutivo. Il premier sibila più volte: è davvero una vergogna.
La Lega è sotto accusa. Il Pdl ce l’ha con i ‘lumbard’ perché sono stati determinanti in Aula e chiederà chiarimenti su quanto accaduto. L’accusa mossa ai leghisti è di inciucio con il Pd con la sponda dell’Udc e già in Transatlantico si sprecano le voci su un futuro governo tecnico con la sinistra sponsorizzato da Roberto Maroni, contrario sin dall’inizio al salvataggio del deputato pidiellino coinvolto nell’inchiesta P4. Non è passata inosservata l’assenza in Aula di Umberto Bossi, ma i suoi assicurano che ‘non c’è nulla di particolare’, perché il Senatur già aveva dettato la linea nei giorni scorsi chiedendo ai parlamentari di votare sì. Non a caso, proprio Maroni è il primo a commentare, spiegando che ‘il partito è stato coerente con le indicazioni di Bossi, votando compatto per il sì’.
Mentre per Cicchitto "il Parlamento ha scritto una delle pagine più brutte della sua storia. La responsabilità che Pd e Udc si sono caricati è pesantissima. Si tratta di un voto liberticida’. E’ rivolto invece al Carroccio il commento di Osvaldo Napoli, vice presidente dei deputati del Pdl, per il quale "qualcosa si è pericolosamente incrinato nel rapporto fra Pdl e Lega’.
E in effetti, secondo Pier Luigi Bersani, "il dato politico di questa vicenda è che, a differenza del passato, non ha retto il vincolo di maggioranza". "La Lega – aggiunge il segretario del Pd – è l’elemento di movimento in questo voto e quindi c’è da registrare un fatto nuovo perché in passato le cose non sono andate così. In passato il vincolo di maggioranza aveva funzionato. Stavolta no". "Lo diciamo da tempo e oggi, anche se non era un voto politico, ne abbiamo un’ulteriore conferma: la maggioranza non esiste più, si è rotta" osserva Bersani. Per il leader democratico ‘è molto semplice leggere quello che è uscito dal voto di Camera e Senato. Il Pd ha avuto una linea coerente e così le altre forze di opposizione sul fatto che i parlamentari sono cittadini uguali agli altri". Bersani lo dice sottolineando come il Pd abbia votato sì sia all’arresto di Alfonso Papa alla Camera che a quello di Alberto Tedesco al Senato. "Noi siamo stati sulla linea giusta – spiega il segretario del Pd – e cioè che i parlamentari sono uguali agli altri cittadini, mentre il Pdl ha seguito la linea secondo cui i parlamentari non sono uguali agli altri cittadini e, al Senato, essendo il Pdl nettamente preponderante ha avuto quell’esito’.
Ad annunciare in Aula il voto a favore dell’arresto da parte del Carroccio è stata Carolina Lussana. "Noi diamo un’indicazione di voto chiara – ha puntualizzato – Oggi il nostro gruppo è posto davanti a una scelta difficile ma la nostra posizione è sempre stata chiara e senza ambiguità. Se infatti oggi si è arrivati in Aula con il parere favorevole della Giunta per le autorizzazioni, è stato per l’atteggiamento determinante dei due membri della Lega. La nostra indicazione è chiara ma non c’è piaciuto il clima di caccia alla streghe scatenato stamattina in aula dal presidente Franceschini. Lasci stare la Lega".
Il voto compatto del Pd ‘per accogliere la domanda di autorizzazione ad eseguire la misura cautelare della custodia in carcere’ è stato annunciato in Aula dal vicepresidente dei deputati Democratici, Alessandro Maran. ‘Privare un cittadino della libertà – ha spiegato Maran – è sempre difficile. Ma se si fosse trattato di una persona comune e non di un membro del Parlamento, questa sarebbe già in carcere come d’altronde lo sono i coindagati, salvo chi è riuscito a fuggire all’estero’.
"Pieno di dolore dal punto di vista umano affronto oggi questa prova dopo mesi di travaglio che non auguro a nessuno" ha detto Papa prendendo la parola in Aula alla Camera prima del voto. Il deputato Pdl ha spiegato si essere "sereno", una "serenità – ha aggiunto – che mi porta ad affidarmi al giudizio di quest’aula turbato unicamente al pensiero dei miei figli di 12 e 10 anni ai quali ho dovuto spiegare stanotte come e perché questo fine settimana potrei non tornare a casa".
‘Sono innocente ed estraneo a tutte le accuse che mi sono mosse nel merito – ha sottolineato – La verità non ha bisogno di difensori, si manifesterà nel tempo’. ‘Attraverso il processo dimostrerò la mia innocenza e la mia verità. Continuerò la mia battaglia di verità se mi darete la possibilità di farlo’.
Ma per Antonio Di Pietro, leader dell’Idv, ‘Papa deve essere trattato come tutti gli altri cittadini. Se ci sono sospetti gravi sui reati per cui è necessario procedere con l’arresto, egli deve correre dai giudici e non rifugiarsi in Parlamento. La vittoria di oggi è stata possibile grazie, e soprattutto, alla mobilitazione dei cittadini, della Rete e alla crescente indignazione nei confronti di un Parlamento che si allontana ogni giorno di più dal Paese reale’.