Roma, 22 feb. (Adnkronos) – Il processo del federalismo fiscale si è ‘interrotto’ e anzi alcuni provvedimenti, come quello sulla Tesoreria unica, vanno nella direzione opposta del centralismo. Lo sostengono i rappresentanti della Conferenza delle Regioni, dell’Anci e dell’Upi ascoltati in audizione nella commissione sull’attuazione del federalismo fiscale.
Gli inteventi di sindaci, governatori e presidenti di Provincia sono stati tutti sulla stessa linea: chiedere una verifica sull’attuazione della riforma, sulla volontà e sulle condizioni per andare avanti.
"Vogliamo procedere sul federalismo fiscale ma servono le condizioni minime per ripristinare il processo", ha affermato il presidente della Conferenza delle regioni Vasco Errani. "Ad oggi – ha proseguito – non siamo in grado di procedere sul federalismo fiscale e questo è un dato oggettivo". "Bisogna chiarire se tutti, Parlamento, governo, regioni ed enti locali, siamo determinati ad andare avanti – ha continuato – bisogna verificare le condizioni". Errani ha ricordato che alcuni provvedimenti recenti hanno "un segno non certo federalista" basti pensare "alla tesoreria unica, un passo indietro di decine di anni e in controtendenza con il processo avviato". Lo stesso "federalismo demaniale è completamente fermo", ha concluso il governatore auspicando una riflessione anche sui costi standard.
Sul federalismo fiscale c’è "uno stato di incertezza e il nostro giudizio è estremamente critico: si è interrotto un percorso", ha ribadito il presidente dell’Unione delle province d’Italia Giuseppe Castiglione nell’audizione alla commissione Bicamerale sul federalismo. "Ha ancora senso parlare di federalismo, di responsabilità e di autonomia dopo tutti i tagli fatte dalle manovre? – si è chiesto – il fondo sperimentale di riequilibrio, perno su cui tutte le iniziative dovevano poggiare, è azzerato". "Il governo dovrebbe dire parole chiare – ha concluso – perché il processo di attuazione del federalismo si possa completare".
"Il fatto che neppure il federalismo demaniale, che era a un passo dalla realizzazione, sia stato attuato la dice lunga sullo stato di semiabbandono in cui versa la riforma federale, nella quale i Comuni hanno creduto", ha rimarcato il presidente dell’Anci Graziano Delrio. "E’ opportuna – ha sottolineato il sindaco – una verifica complessiva dello stato di attuazione del federalismo, anche alla luce del cambio del governo".
Al termine dell’audizione ha preso la parola Enrico La Loggia, presidente della commissione, che ha avanzato una "proposta preliminare: la commissione si faccia carico di una risoluzione per un dibattito formale sullo stato di attuazione del federalismo, provocando così una risposta formale in Parlamento e per avanzare alcune proposte". "Dopo due anni – ha aggiunto – è arrivato il momento di fare il punto, un confronto col governo e assumere le decisioni conseguenti".