AdnKronos) – Un fascicolo intestato ‘Atti relativi’ secondo quanto prevede il modello 45, è stato aperto sul caso di Stefano Cucchi dal procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone.
Nel dossier, sul quale non compaiono né indicazioni di reato né il nome di indagati, è inserito per il momento l’esposto presentato nei giorni scorsi da Ilaria Cucchi contro il perito Paolo Arbarello.
A presentare l’esposto era stata la sorella di Stefano, anche a nome dei suoi genitori per contestare allo stesso Arbarello, che è stato consulente del pm nel corso dell’indagine sulla morte di Cucchi, accusandolo in sostanza d’aver anticipato il suo giudizio sull’esito della consulenza fatta per conto dell’ufficio del pubblico ministero prima ancora che il documento venisse depositato. A seguire l’indagine sarà lo stesso procuratore Giuseppe Pignatone.
Intanto, l’avvocato della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo, spiega all’Adnkronos il punto ‘focale’ da affrontare: "Gli elementi della perizia contestati sono diversi e sono tra loro connessi, ma uno prevale su tutti: il catetere".
"A Stefano viene inserito il catetere perché aveva riferito ai medici di non potere urinare autonomamente – continua l’avvocato – mentre i medici hanno riferito di averlo utilizzato per comodità. In realtà Stefano aveva una lesione alla regione sacrale che gli ha provocato l’impossibilità di urinare e è per questo che gli venne inserito il catetere, tanto che appena inserito uscirono 440 cc di urina".
"Poi, però, il catetere si è ostruito, tanto da provocare lesioni al globo vescicale – prosegue il legale – trovato con un litro e mezzo di liquido all’interno. Stefano non riusciva ad urinare a causa della lesione alla regione sacrale, dovuta probabilmente alle botte e per questo è stato inserito il catetere, ma in aula è stato detto che invece era stato utilizzato per comodità. Non può essere".