Roma, 15 lug. (Adnkronos/Ign) – Faccio un appello al segretario della Lega Roberto Maroni affinché "chiuda subito" questa "pagina vergognosa" sul caso Kyenge. In una conferenza stampa a Palazzo Chigi, al termine di un colloquio con il collega maltese, Enrico Letta ha lanciato un aut aut alla Lega perché risolva al più presto la polemica nata dopo le dichiarazioni del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli che, parlando del ministro per l’Integrazione, ha affermato: ‘Sembra un orango’.
"Quello che sta succedendo è un’altra pagina vergognosa nel nostro Paese su questi temi – ha sottolineato -. L’Italia è oggi presente su tutta la stampa estera per questa vicenda. E’ una vergogna che fa male al nostro Paese". Enrico Letta non ha usato mezzi termini per condannare le dichiarazioni di Calderoli e ha invitato Maroni a intervenire "rapidissimamente" per risolvere il caso Calderoli "altrimenti si entra in una logica di scontro totale che non serve a nessuno".
Letta ha stigmatizzato non solo gli insulti leghisti a Kyenge ma anche le parole di Matteo Salvini contro Giorgio Napolitano. Il vice-segretario del Carroccio infatti ha scritto su Facebook: ‘Io mi indigno con chi si indigna. Napolitano, taci che è meglio’, in riferimento al commento in merito alla vicenda del capo dello Stato che, secondo fonti del Quirinale, avrebbe parlato di ‘imbarbarimento". ‘Napolitano si indigna per una battuta di Calderoli – ha sottolineato -. Ma Napolitano si indignò quando la Fornero, col voto di Pd e Pdl, rovinò milioni di pensionati e lavoratori?’.
Letta non ci sta e condanna ‘l’aver chiamato in causa il presidente Napolitano, che voglio difendere. Non ci provino nemmeno… Non è possibile che la vicenda continui così. Maroni la fermi, si chiuda. Credo che la vergogna sia stata già abbastanza così’, ha ribadito il premier.
Al centro di polemiche è finito anche l’ assessore regionale ai flussi migratori del Veneto, Daniele Stival, che sul suo profilo Facebook ha postato una foto (poi subito tolta) con la scritta: ‘Riteniamo vergognoso che si possa paragonare un povero animale indifeso e senza scorta a un ministro congolese’. L’assessore ha poi spiegato: ‘Ho messo un post come centinaia di altri che ho tecnicamente ‘condiviso’, come faccio tutti i giorni, lungi da me l’idea di criticare o voler offendere il ministro Kyenge. Visto però che si strumentalizza l’ho tolta subito’.
Chiedono le dimissioni di Calderoli Pd, Sel, Scelta civica e M5S. ‘Non si può lasciare che resti al proprio posto di rappresentante delle istituzioni chi usa le parole come clave per fomentare il razzismo e dileggiare una donna e un ministro", si legge in una nota ufficiale del Partito democratico.
Anche per il segretario generale della Cgil Susanna Camusso l’esponente leghista dovrebbe lasciare. ‘E’ evidente – ha sottolineato – che si tratta di dichiarazioni ancora più gravi perché sono fatte da persone che hanno incarichi istituzionali e di rappresentanza della Repubblica’.
Sono state promosse inoltre petizioni per chiedere le dimissioni di Calderoli. Tra queste quella lanciata da Articolo21, sul sito Change.org, ha raccolto in meno di 24 ore oltre 30mila firme ". Lo rivelano Stefano Corradino e Giuseppe Giulietti, direttore e portavoce di Articolo21 e autori della petizione. "Ci auguriamo – si legge in una nota – che i senatori vogliano fare come i giocatori del Milan che hanno lasciato il campo di Busto Arsizio dopo gli insulti a Boateng. Se Calderoli tornerà a presiedere una seduta lo lascino solo".
Il presidente dell’assemblea di Palazzo Madama, Pietro Grasso , parlando del caso, ha detto: ‘Le scuse devono essere fatte in maniera completa. Non ci si può rifugiare dietro i comizi per nascondere quelle che sono certamente delle aggressioni verbali di tipo razzista’.
‘Chi conosce i regolamenti parlamentari sa benissimo che le dimissioni possono essere solo volontarie – ha poi chiarito -; devono essere valutate prima dall’ufficio di presidenza e poi portate in aula per essere eventualmente accettate’.
Il presidente della Camera Laura Boldrini, commentando la vicenda, ha osservato: ‘Credo impensabile che una persona con una responsabilità istituzionale possa dire queste cose in qualsiasi Paese europeo o democratico. Questo crea grande imbarazzo, fa male al Paese’.
Il Codacons ha inviato questa mattina un esposto alle procure della Repubblica di Roma e Bergamo contro Calderoli. Accanto alla richiesta di indagare il vicepresidente del Senato per il reato di istigazione all’odio razziale e per l’ingiuria ad un organo costituzionale, spiega una nota dell’associazione, il Codacons si è rivolto anche al Collegio dei Questori del Senato, chiedendo di intervenire per sospendere il vice presidente del Senato dai suoi incarichi istituzionali.