Catia Pellegrino, 37 anni: è la prima donna al comando di una nave

'Non sono il 'soldato Jane'.
News Nazionali

Roma, 21 giu. (Adnkronos) – ‘Non sono il ‘soldato Jane’. Quello era un test, io sono il frutto di 13 anni di formazione e di professionalita’ conquistate sul campo e in mare. Giorno dopo giorno’. A parlare all’Adnkronos e’ il Tenente di Vascello Catia Pellegrino, la prima donna italiana al comando di un’unita’ navale. ‘Sono solo la prima di tante comandanti donna che arriveranno’, aggiunge l’ufficiale al comando del pattugliatore ‘Libra’, ormeggiato ad Augusta, sede di Comforpat, comando dei pattugliatori del Mediterraneo.

Trentasette anni, originaria della provincia di Lecce, Pellegrino non nasconde l’emozione per l’incarico assunto mercoledi’ scorso, ma guarda avanti. ‘E’ il sogno di ogni ufficiale di Marina che entra in Accademia -spiega- poter comandare una nave. Raggiungere questo obiettivo e’ stato il punto finale di un nuovo inizio. La responsabilita’ fa crescere molto velocemente, perche’ da’ una consapevolezza che fino al giorno prima non si possedeva’. Al momento di ricevere l’incarico, ‘ho dedicato questo momento alla mia famiglia. Il gorno dopo ero gia’ in mare’.

‘Patients vigil audax’, il motto della nave: ‘Paziente, vigile e audace’. Non ci sono altre donne a bordo; l’unica è lei, il comandante. Guida un equipaggio di circa 60 uomini con nave in porto, che arrivano a 90 in missione. L’autorita’ del grado in Marina dipende dalla capacita’, non dal genere. ‘Spero di poter essere me stessa -sottolinea- e far lavorare seriamente i miei uomini, con professionalita’ ma con un sorriso sulle labbra. Il nostro lavoro chiede molti sacrifici ma da’ anche tante soddisfazioni’.

Per assumere il comando di una nave della Marina Militare, Catia Pellegrino ha lavorato duro. Forse la Marina ce l’aveva come stella nel destino. Tempestava di richieste di arruolamento il ministero della Difesa, ancora prima dell’apertura delle Forze Armate alle donne. ‘Chiamavo in continuazione al telefono il ministero’, racconta ora, sorridendo, il Tenente di Vascello, e ‘mi rispondevano che non era previsto. Quando poi si decise che le donne potevano entrare, presentai subito domanda. C’erano 31 posti, le domande circa 5.000. Ci ho messo l’anima, e ci sono riuscita. Non me ne sono mai pentita’.

Nel 2000 e’ entrata nel primo corso femminile di allievi ufficiali dell’accademia di Livorno. Nel corso della sua carriera, ha addestrato i sottufficiali, e fino al 2008 era a bordo dell’ammiraglia della Marina, la portaerei Garibaldi, con un ruolo operativo di primo piano: ‘Ero il capo del nucleo missili antiaerei -racconta- in caso di necessita’ avrei fatto eseguire l’ordine del comandante’. Impegnata in operazioni antipirateria dal settembre 2010 al novembre 2012, ha all’attivo tre missioni in ambito Ue e Nato. Ora e’ concentrata sul pattugliatore di cui ha assunto la responsabilita. Il ‘Libra’, spiega, ‘tra qualche tempo sara’ impegnato in operazioni di vigilanza pesca’.

Un pensiero va ai due maro’ Salvatore Girone e Massimilano Latorre, trattenuti in India con l’accusa di aver ucciso due marinai indiani, scambiati per pirati. ‘Mi auguro che la situazione si risolva al meglio -dice Pellegrino- come stanno cercando di fare le nostre autorita’ politiche e diplomatiche’. E a chi le chiede se si senta di dare un consiglio ai giovani che scelgono la Marina, il comandante di nave ‘Libra’ replica: ‘Si entra solo con la giusta motivazione. E per la stessa ragione si rimane. Professionalita’ e orgoglio, perche’ la Marina e’ la nostra bandiera portata nel mondo. Ogni nave che tocca un porto internazionale rappresenta l’Italia. Il nostro e’ un lavoro che si fa per passione, non per ritorni economici’. Il segreto? ‘Avere un orizzonte ampio e saper guardare oltre. Questo lavoro si vive. Sapendo che bisogna sempre lasciare un porto e riprendere il mare’. 

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