Censimento, siamo 59,4 milioni Italia cresce grazie agli stranieri

Rispetto al 2001, quando si contarono 56.995.744 residenti, l'incremento è del 4,3%.
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Roma, 19 dic. (Adnkronos) – Al 9 ottobre 2011, data di riferimento del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, la popolazione residente in Italia ammonta a 59.433.744 persone. Rispetto al 2001, quando si contarono 56.995.744 residenti, l’incremento è del 4,3%, ‘da attribuire esclusivamente alla componente straniera’, rileva l’Istat.

‘Infatti – sottolinea l’Istituto di statistica – nel decennio intercensuario la popolazione di cittadinanza italiana è diminuita di oltre 250mila individui (-0,5%), mentre quella straniera è aumentata di 2.694.256 unità’.

I cittadini stranieri risultano in crescita in tutte le regioni della Penisola, mentre gli italiani diminuiscono nel Mezzogiorno oltre che in Piemonte, Liguria e Friuli-Venezia Giulia. In particolare, i cittadini italiani aumentano nel 43,2% dei comuni (3.493) e diminuiscono nel restante 56,8% (4.599). I comuni in cui si registra il maggior incremento di residenti italiani sono Rognano, Sant’Alessio con Vialone e Roncaro, tutti in provincia di Pavia; quelli che ne perdono di piu’ sono Paludi in provincia di Cosenza, Quindici in provincia di Avellino e Rocca de’ Giorgi in provincia di Pavia.

‘Nel periodo intercensuario – viene rilevato – i maggiori incrementi di popolazione si rilevano nelle regioni del Centro-Nord, specie in Trentino-Alto Adige (+9,5%), Emilia-Romagna (+8,5%), Lazio (+7,6%), Lombardia (+7,4%) e Veneto (+7,3%). Al contrario, nelle regioni del Sud e delle Isole si registrano incrementi lievi (intorno all’1% in Campania, Puglia e Sicilia) e perdite di popolazione (superiori al 2% in Molise, Basilicata e Calabria).

In Italia, al 9 ottobre 2011, ci sono 93,7 uomini ogni 100 donne (28.745.507 uomini, 30.688.237 donne). ‘A livello territoriale – prosegue l’Istat – non si segnalano differenze significative, anche se nell’Italia Centrale il rapporto di mascolinità scende al 92,3% (5.568.595 uomini, 6.032.080 donne), mentre nelle regioni del Sud, nelle Isole e nel Nord-Est si attesta rispettivamente a 94,3% (6.783.667 uomini, 7.193.764 donne), 94,1% (3.219.998 uomini, 3.422.268 donne) e 94,2% (5.551.923 uomini, 5.895.882 donne). Il rapporto di mascolinità è più alto in Trentino-Alto Adige (95,9%), Basilicata (95,8%) e Sardegna (95,6%) mentre il piu’ basso si registra in Liguria (89,5%)’.

In 1.898 comuni, pari al 23,5% del totale, ‘il rapporto di mascolinità risulta sbilanciato a favore della componente maschile, con il primato che spetta a due centri del cuneese: Castelmagno (182,8 uomini ogni 100 donne) e Valmala (190,9 uomini ogni 100 donne). Al contrario, si contano solo 67,8 uomini ogni 100 donne a Montebello sul Sangro in provincia di Chieti, e 69,4 a Introzzo in provincia di Lecco’.

L’analisi territoriale mostra ‘una geografia dell’invecchiamento abbastanza variabile. Considerando l’età media della popolazione residente, che per l’Italia nel suo complesso è pari a 43 anni, le regioni del Sud presentano valori al di sotto del dato nazionale. In Calabria, Puglia, Trentino-Alto Adige e Sicilia l’età media è di 42 anni, mentre in Campania scende al livello minimo di 40 anni. Quattro sono le regioni che si attestano sul valore medio nazionale (Lazio, Basilicata, Veneto e Lombardia); nel resto della Penisola l’età media varia dai 44 anni di Sardegna, Valle d’Aosta, Abruzzo e Molise, ai 45 anni di Marche, Emilia-Romagna, Umbria, Piemonte e Toscana, fino a toccare il valore massimo in Friuli-Venezia Giulia (46 anni) e Liguria (48 anni). Il comune mediamente più giovane è Orta di Atella, in provincia di Caserta, con una età media di 32 anni, il più vecchio è Zerba, in provincia di Piacenza, dove l’età media è di 65 anni’.

Dal 2001 ad oggi, in 4.867 comuni italiani (60,1%) la popolazione è aumentata. In particolare si registra un incremento di residenti nell’81% dei comuni di dimensione compresa tra 5mila e 50mila abitanti, nel 68,4% dei comuni tra 50.001 e 100.000 abitanti e nel 51,8% di quelli con meno di 5mila abitanti.

Analizzando il dato per ripartizione geografica, nel Nord-Ovest 2.145 comuni (70,1% della ripartizione) hanno avuto un incremento di popolazione, e in 197 casi l’aumento e’ superiore al 25%. Incrementi consistenti si registrano anche nel Nord-Est (in 1.124 comuni, ovvero il 75,9% di quelli localizzati nella ripartizione) e nel Centro (in 694 comuni, 69,7%). Nel Sud e nelle Isole al contrario prevalgono i comuni che hanno ridotto il numero di residenti; in particolare, 1.153 comuni del Meridione (64,4%) hanno perso popolazione e per 179 la diminuzione e’ stata superiore al 15%.

La popolazione residente nel nostro Paese si distribuisce per il 26,5% nell’Italia Nord-Occidentale, per il 23,5% nell’Italia Meridionale, per il 19,5% nelle regioni dell’Italia Centrale, per il 19,3% nell’Italia Nord-Orientale e per il restante 11,2% in quella Insulare. La regione piu’ popolosa e’ la Lombardia con 9.704.151 residenti, quella con meno abitanti la Valle d’Aosta (126.806). In termini di popolazione, i cinque comuni piu’ grandi d’Italia sono: Roma (2.617.175 residenti), Milano (1.242.123), Napoli (962.003), Torino (872.367) e Palermo (657.561). Nel Nord-Ovest si concentrano i comuni più piccoli: Pedesina (30 residenti) e Menarola (46) in provincia di Sondrio, Morterone (34) in provincia di Lecco, Moncenisio (42) in provincia di Torino, e Briga Alta (48) in provincia di Cuneo.

ULTRACENTENARI – Dal 2001 al 2011 la percentuale di popolazione di 65 anni e più è passata dal 18,7% (10.645.874 persone) al 20,8% (12.384.963 persone); era al 15,3% nel 1991 (8.700.185 persone). Secondo quanto emerge dai dati definitivi del Censimento, diffusi dall’Istat, anche i ‘grandi vecchi’, ovvero gli ultra 85enni, incrementano il loro peso sul totale della popolazione residente (dal 2,2% del 2001 al 2,8% del 2011). In particolare – rileva l’Istat – i registra un aumento del 78,2% nella classe 95-99 anni e del 138,9% in quella degli ultracentenari.

Le persone di 100 anni e più, infatti, erano 6.313 nel 2001 (1.080 maschi e 5.233 femmine), mentre nel 2011 ne sono state censite 15.080, con una percentuale di donne pari all’83,7% (12.620 unita’); 15.060 hanno una età compresa tra i 100 e i 109 anni; in 11 hanno raggiunto i 110 anni, in sette i 111 e solo due donne (residenti una in provincia di Milano e una in provincia di Venezia) alla data del 15° Censimento avevano compiuto 112 anni.

Le città con più ultracentenari al 9 ottobre 2011 sono Roma (681, 4,5%), Milano (494, 3,3%), Genova (267, 1,8%) e Torino (240, 1,6%). Nel Sud, le percentuali più elevate di anziani di 100 anni e più sono state registrate a Napoli (1,0%, 145 unità), Palermo (0,6%, 89) e Messina (0,6%, 88).

TRIPLICATI GLI STRANIERI – Nel corso dell’ultimo decennio la popolazione straniera residente in Italia è triplicata, passando da 1.334.889 persone a 4.029.145, con una crescita pari al 201,8%. Due su tre risiedono nel Nord (35,4% nell’Italia Nord-Occidentale e 27,1% nel Nord-Est), il 24,0% nel Centro e solo il 13,5% vive nel Mezzogiorno.

‘La componente femminile rappresenta il 53,3% del totale degli stranieri, valore che sale al 56,6% nel Meridione. Il rapporto di mascolinità, diminuito di oltre 10 punti percentuali rispetto al 2001, è di 87,6 maschi ogni 100 femmine. La variabile sesso non sembra incidere significativamente sulla distribuzione territoriale dei cittadini stranieri, tanto che la componente femminile si distribuisce alla stregua di quella maschile: nel Nord Italia – viene sottolineato – risiede circa il 60% di donne straniere, nelle regioni centrali poco più del 24%’.

Il 46% degli stranieri residenti ha un’età compresa tra 25 e 44 anni, uno su quattro ha tra i 30 e i 39 anni. L’età media è di 31,1 anni e la componente maschile risulta più giovane (29,7 anni) di quella femminile (32,3 anni). 

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