Cile in festa, in 22 ore salvati tutti minatori. Il racconto: ‘Mangiavamo ogni due giorni’

Pinera: 'Costo operazione tra i 10 ed i 20 milioni di dollari'.
News Nazionali

Copiapo, 14 ott. (Adnkronos/Ign) – Cile in festa per il salvataggio di tutti tratti i 33 minatori bloccati dallo scorso 5 agosto sotto terra, a San José. L’ultimo a risalire è stato Luis Urzua, 54 anni, il ‘capo’ della squadra, il responsabile del turno a cui va il merito di aver imposto le rigide regole che nei primi 17 giorni della crisi hanno mantenuto in vita i suoi uomini. L’operazione di salvataggio è durata 22 ore. Il presidente cileno, Sebastian Pinera, che ha assistito all’intera operazione, ha abbracciato anche Urzua, definendolo ‘un buon capitano’ della sua squadra. ‘Spero che questo non si ripeta mai più’, ha detto Urzua al Presidente.

L’operazione di salvataggio è costata tra i 10 ed i 20 milioni di dollari in totale. La stima è stata fatta dallo stesso Pinera, in un’intervista a TVN. Un terzo del denaro, ha spiegato, è arrivato da donazioni private, “lo Stato si è fatto carico dei restanti due terzi”. Ne è valsa la pena, “Ogni peso (moneta cilena) è stato speso bene” per poter salvare i 33. La cosa fondamentale – ha poi sottolineato – è stata comunque quella di “disporre della miglior squadra di uomini che sia mai stata costituita nella storia del nostro Paese. Una squadra di eccellenza”, ha aggiunto.

“Avevamo poco cibo e alla fine mangiavamo ogni 48 ore, per lasciarci qualcosa per più avanti”, racconta Urzua, il leader del gruppo, che una volta uscito si è intrattenuto con Pinera e con l’ingegnere André Sougarret. “Erano le sei del mattino e tutti avevamo un piano da seguire per le cose da fare all’arrivo della prima sonda – ha raccontato -. Ma abbiamo dimenticato tutto, tutti volevano abbracciare il martello”.

Alla prima sonda sono quindi stati affidati diversi messaggi: “uno diceva mandateci cibo, ho fame”. Erano diversi messaggi, ma Dio ha fatto arrivare quelli che dovevano arrivare”. Il messaggio che ha confermato al mondo intero che i 33 minatori erano in vita è stato scritto da José Ojeda, e riassumeva perfettamente tutte le informazioni necessarie: “Stiamo bene, i 33 nel rifugio”.

Sempre secondo il resoconto di Urzua, citato dalla stampa cilena, dopo l’incidente avvenuto il 5 agosto i minatori hanno impiegato circa tre ore a capire quale fosse la loro situazione. Hanno fatto vari tentativi di salire, e “molti improvvisamente hanno cercato di fare cose che non erano le migliori, ma per fortuna abbiamo saputo mantenere il senno e grazie a Dio nessuno si è fatto male”. La principale preoccupazione dei minatori, in quel momento, riguardava gli altri compagni che al momento dell’incidente stavano uscendo dalla miniera perché avevano concluso il loro turno di lavoro. “Sempre ci siamo chiesti se fossero riusciti ad uscire”.

Dalla miniera arrivano anche tante altre storie come quella di Franklin Lobos, ex giocatore di calcio, il numero 27 ad uscire dal pozzo di 700 metri, già vittima di un incidente in miniera quattro anni fa. “Adesso vedremo quello che vorrà fare”, ha dichiarato il fratello Abraham, secondo quanto riporta la stampa cilena. “Ma non la miniera. Mai più lavorerà in una miniera, perché già aveva avuto un incidente e questa era la seconda volta”.

Mentre è stato invitato a ‘Graceland’ Edison Pena, il 12esimo minatore cileno riemerso dal sottosuolo e grande fan di Elvis Presley. In un messaggio sul sito web, gli organizzatori di eventi nella casa del re del rock a Memphis si rallegrano del suo salvataggio e dicono di aspettarlo in visita. “Graceland vuol dare il benvenuto a Edison Pena e, insieme al Memphis Convention e all’ufficio visitatori, ha emesso un invito speciale per lui e per un familiare”.

Una portavoce della ‘Memphis Convention’, Jackie Reed, ha confermato l’invito, precisando che “sono comprese tutte le spese. Ovviamente speriamo di ricevere una risposta e una data di arrivo, non appena le cose saranno diventate più tranquille e Edison avrà avuto tutto il tempo per rientrare in famiglia e tra i suoi cari”, ha aggiunto. Per resistere ai lunghi giorni che ha dovuto passare nel sottosuolo Pena aveva chiesto alla famiglia di mandargli un MP3 con brani di Presley e Tom Jones, i suoi idoli.

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