Confcommercio: “Bonus 80 euro? Invisibile”. Renzi: “Undici milioni di italiani non sono d’accordo”

Lo dice la Confcommercio commentando i dati sui consumi di giugno rilevati dall'Icc (Indicatore dei consumi Confcommercio) che vedono una crescita dello 0,4% rispetto allo stesso mese del 2013.
News Nazionali

Roma – Sui consumi l’effetto del bonus di 80 euro del governo Renzi è ‘quasi invisibile e troppo poco rispetto alle attese’. Lo dice la Confcommercio commentando i dati sui consumi di giugno rilevati dall’Icc (Indicatore dei consumi Confcommercio) che vedono una crescita dello 0,4% rispetto allo stesso mese del 2013 e appena dello 0,1% sul mese di maggio 2014.

‘Il bonus di 80 euro, anche se ha mosso qualcosa, non è certo riuscito a provocare uno shock sui consumi e a stabilizzare la fiducia, sconfiggendo l’incertezza’, sottolinea il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli precisando che i dati che ci consegna l’Icc "ci fanno dire che purtroppo il 2014 sarà ancora un anno di transizione e che, se continua così, rischia di compromettere le prospettive di crescita del 2015′. Nell’agenda di governo, sollecita Sangalli, la crescita deve essere ‘la priorità nell’agenda di governo perchè solo così eviteremo l’ennesima manovra correttiva

Secondo Sangalli il bonus ‘è una misura che va nella giusta direzione anche se ha ingiustamente escluso i lavoratori indipendenti ma, per ricostituire il reddito delle famiglie, tornato ai livelli di quasi 30 anni fa, bisogna fare molto di più’.

Il bonus, spiega Confcommercio, tocca 11 milioni di soggetti e vale in totale 6,45 miliardi per il 2014. Ad oggi sono stati distribuiti 1,61 miliardi (cioè un quarto del totale, con una media di 73 euro a testa per 2 mesi, maggio e giugno); "se fossero stati spesi tutti avremmo avuto un incremento di oltre l’1% dei consumi nella media maggio-giugno su marzo-aprile; questo effetto non si è avuto (ancora) essendo stato limitato a una piccola crescita in giugno", sostiene Confcommercio.

I dati Confcommercio nel dettaglio – A giugno 2014, variazioni positive, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, si rilevano per la spesa reale in beni e servizi per le comunicazioni (+3,8%) grazie soprattutto all’acquisto di beni, per i beni e servizi per ricreativi (+1,3%) e per gli alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (+1,1%), settore su cui influisce l’incremento della spesa per gli alberghi.

Una crescita più contenuta si è registrata per i beni e servizi per la cura della persona (+0,8%) e per gli alimentari, bevande e tabacchi (+0,5%). Una riduzione particolarmente significativa ha interessato i beni ed i servizi per la mobilità (-1,1%) sintesi di un forte calo della vendita di carburanti, ma anche di un andamento negativo delle vendite di auto e motocicli a privati. Riduzioni dei consumi si sono registrate anche per l’abbigliamento e le calzature (-1,1%) e per i beni e servizi per la casa (-0,8%).

I dati destagionalizzati mostrano a giugno un modesto incremento (+0,1%) riflettendo un aumento dello 0,3% della domanda per la componente relativa ai beni, mentre la componente relativa ai servizi ha evidenziato un calo della spesa dello 0,2%. Pur trattandosi di un timido segnale positivo, l’entità della variazione sembra indicare, alla luce anche dell’andamento dei mesi precedenti, più il permanere di una stabilizzazione della domanda che l’inizio di una fase di recupero. 

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