Crisi, Ue lancia allarme sull’Italia

Il rischio contagio dall'Italia resta.
News Nazionali

Bruxelles, 10 apr. (Adnkronos) – Il rischio contagio dall’Italia resta. L’avvertimento arriva dal rapporto sugli squilibri macroeconomici della Commissione europea pubblicato oggi e che riguarda 13 Paesi. "Il potenziale contagio economico e finanziario al resto dell’area euro resta considerevole – sostiene l’esecutivo Ue – se le turbolenze sui mercati finanziari collegate al debito sovrano italiano si intensificheranno di nuovo".

Riconosciuto che "il considerevole sforzo di consolidamento" avviato dal governo "ha contribuito a ridurre in modo decisivo, dalla seconda metà del 2012", i costi del debito italiano, l’esecutivo di Bruxelles tuttavia ricorda: "L’Italia resta vulnerabile a improvvisi cambiamenti del sentimento dei mercati, sottolineando la necessità di mantenere il miglioramento del bilancio in termini strutturali, in modo da mettere il rapporto debito/pil su un percorso costante di riduzione".

"La resistenza del settore bancario italiano si è seriamente indebolita dalla metà del 2011 – sostiene l’esecutivo Ue – minando la capacità delle banche di sostenere l’attività economica e gli aggiustamenti". Secondo quanto si legge nel rapporto, "la perdita di accesso delle banche italiane al mercato interbancario mondiale a seguito dell’espandersi all’Italia della crisi del debito sovrano dell’eurozona ha accresciuto in modo significativo la dipendenza dal rifinanziamento dell’eurosistema". Non solo: secondo la Commissione, la doppia recessione in Italia "ha aumentato il rischio del credito al settore privato, appesantendo le banche con una larga quantità di crediti in sofferenza".

La Commissione europea dà atto all’Italia di aver avviato "una strategia di vasto respiro per ripristinare la sostenibilità di bilancio e migliorare la crescita di lungo periodo", ma la esorta a "mantenere lo slancio delle riforme e ad attuarle pienamente". Mentre, si legge nel rapporto, per rafforzare "la resistenza a possibili nuove tensioni sui mercati", deve impegnarsi per porre il debito su "un percorso costantemente in discesa".

Non solo: l’esecutivo di Bruxelles elenca una serie di settori in cui i politici italiani "potrebbero agire per rafforzare la capacità di aggiustamento dell’economia italiana". Tra questi, il rafforzamento della concorrenza nel mercato dei servizi e dei prodotti, "lo sviluppo di un sistema fiscale più amico della crescita", il miglioramento del settore dell’istruzione, dell’efficienza della pubblica amministrazione e dell’ambiente per le imprese.

"L’alto debito italiano – afferma Ue -, come la perdita di competitività esterna e la sottostante performance produttiva stagnante, continuano a essere il principale squilibrio macroeconomico identificato". L’esecutivo di Bruxelles riconosce che "alcune misure importanti sono state adottate nell’ultimo anno per affrontare questi squilibri", ma "la loro piena attuazione resta una sfida", così come c’è ancora spazio per "azioni ulteriori in molte aree".

In sette punti, la Commissione europea individua nel rapporto sugli squilibri macroeconomici quelle che sono le debolezze dell’Italia. Anzitutto, sostiene l’esecutivo Ue, "la prolungata debolezza strutturale ha ridotto la capacità dell’Italia di resistere e di assorbire gli shock economici", in secondo luogo "l’alto debito pubblico resta un fardello pesante per l’economia italiana", specialmente tenuto conto della "persistente lenta crescita", ed è "la fonte principale di debolezza".

Tra gli squilibri, la Commissione identifica quindi "la perdita di competitività esterna dell’economia italiana, che evidenzia il problema di crescita della produttività", mentre la performance delle esportazioni "continua a soffrire". Al quinto punto, la constatazione che "la resistenza del settore bancario si è seriamente indebolita dalla metà del 2011, minando la capacità delle banche di sostenere l’attività economia e gli aggiustamenti", mentre l’esecutivo ricorda come il Paese continui a trovarsi di fronte alle sfide per "una seria correzione" dei conti. Infine, l’esecutivo sottolinea la necessità di "una piena attuazione" delle riforme strutturali avviate, perché queste possano "produrre i frutti" sperati.

Per correggere gli squilibri macroeconomici emersi negli ultimi anni in alcuni Paesi europei occorre ancora tempo, ammette il commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn. "Grazie alla trasformazione della nostra governance economica possiamo affrontare gli squilibri macroeconomici in via preventiva e creare le basi per una crescita sostenibile – ha dichiarato Rehn – La decisa azione intrapresa a livello di politiche sia da parte degli Stati membri che dell’Ue sta favorendo un riequilibro dell’economia europea. Restano tuttavia importanti sfide da affrontare: occorrerà ancora tempo per completare la correzione degli squilibri che hanno potuto crescere senza controllo nel decennio precedente alla crisi e che continuano a pesare sulle nostre economie".

Rehn ha assicurato che l’uscita dell’Italia a maggio dalla procedura di deficit eccessivo è "molto probabile".

"Ho piena fiducia in Napolitano, che fa tutto quello che è umanamente possibile per facilitare la formazione del governo", ha detto il commissario agli Affari economici e monetari, che, commentando l’esito dell’asta dei bot di oggi, ha sottolineato come questo dimostri che l’economia italiana sta andando "verso una direzione migliore, dopo un lungo periodo di incertezza". 

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