G8 Genova, Corte Strasburgo condanna Italia per irruzione alla scuola Diaz: fu tortura

La Corte europea dei Diritti dell'Uomo ha condannato l'Italia per tortura per l'irruzione delle forze dell'ordine alla scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001.
News Nazionali

Bruxelles, 7 apr. – (AdnKronos) – La Corte europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia per tortura per l’irruzione delle forze dell’ordine alla scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001.

La Corte europea dei Diritti dell’Uomo ha stabilito all’unanimità che i maltrattamenti subiti dalle persone presenti nella scuola Diaz di Genova da parte delle forze dell’ordine "devono essere qualificati come ‘tortura’", ai sensi dell’articolo 3 della Convenzione dei Diritti dell’Uomo. La decisione è nata dal ricorso presentato da Arnaldo Cestaro, 62enne all’epoca dei fatti, presente nella scuola al momento dell’irruzione della polizia e vittima di percosse che gli procurarono fratture multiple.

Secondo la Corte di Strasburgo, la mancata identificazione degli autori materiali dei maltrattamenti dipende "in parte dalla difficoltà oggettiva della procura a procedere a identificazioni certe, ma al tempo stesso dalla mancanza di cooperazione da parte della polizia".

Ma, secondo la Corte, il diritto penale italiano è anche "inadeguato e privo di disincentivi in grado di prevenire efficacemente il ripetersi di possibili violenze da parte della polizia".

In particolare per quanto riguarda il caso di Cestaro, "aggredito da parte di alcuni agenti a calci e a colpi di manganello", la Corte sottolinea "l’assenza di ogni nesso di causalità" fra la condotta dell’uomo e l’utilizzo della forza da parte della polizia nel corso dell’irruzione nella scuola. E i maltrattamenti "sono stati inflitti in maniera totalmente gratuita" e sono qualificabili come "tortura".

Inoltre la Corte europea dei Diritti dell’Uomo osserva che gli agenti che hanno aggredito Cestaro non sono mai stati identificati, non sono stati oggetto di un’inchiesta e restano "impuniti". E "si rammarica che la polizia italiana possa aver rifiutato impunemente alle autorità competenti la collaborazione necessaria per l’identificazione degli agenti che passibili di essere coinvolti negli atti di tortura".

Di fronte alla gravità dei fatti la reazione delle autorità italiane è stata "inadeguata", così come lo è il diritto penale italiano nel sanzionare e prevenire atti di tortura. Infine la Corte di Strasburgo rileva che il carattere del problema è "strutturale" e richiama l’Italia a "stabilire un quadro giuridico adeguato, anche attraverso disposizioni penali efficaci", munendosi di strumenti legali in grado di "punire adeguatamente i responsabili di atti di tortura o di altri maltrattamenti", impedendo loro di beneficiare di misure in contraddizione con la giurisprudenza della Corte stessa.

FAMILIARI VITTIME, CORTE STRASBURGO CI RISARCISCE MORALMENTE –

Per Enrica Bartesaghi, presidente del Comitato ‘Verità e Giustizia per Genova’, l’associazione che riunisce i familiari delle vittime dei pestaggi durante il G8, la sentenza della Corte di Stasburgo rappresenta un "risarcimento morale". La presidente del Comitato si trova in Francia insieme alla figlia Sara, che fu vittima dei pestaggi alla Diaz. "Si tratta di un precedente ottimo – afferma all’Adnkronos la presidente del comitato ‘Verità e Giustizia per Genova -. Un precedente che ci dà una risarcimento morale per le torture avvenute".

La Corte di Strasburgo in particolare ha preso in esame un ricorso presentato da Arnaldo Cestaro, un veneto che rimase vittima del pestaggio da parte della polizia durante l’irruzione nella sede del Genova Social Forum. A Cestaro è stato riconosciuto un risarcimento di 45 mila euro. Cestaro non è il solo ad essere ricorso a Strasburgo. "In tanti – sottolinea Enrica Bartesaghi – abbiamo presentato ricorso alla Corte di Strasburgo. Alcune decine di persone che hanno subito i pestaggi sia alla Diaz che a Bolzaneto. La decisione ci risarcisce moralmente perché dice chiaramente che a Genova, durante il G8, sono state fatte torture". La decisione mette anche in evidenza il fatto che il nostro Paese non ha una legislazione sul reato di tortura. "In Parlamento giacciono proposte di legge in tal senso da anni. Evidentemente le priorità del Paese sono altre, ma oggi la Corte di Strasburgo ha aperto un precedente ottimo. Un risarcimento morale visto che con tutte le prescrizioni accordate nessuno dei colpevoli si è fatto un giorno di galera", conclude.

AMNESTY, ORA INTRODURRE Il REATO DI TORTURA – "E’ un ottima notizia. Un atto dovuto che fa giustizia dopo tutto ciò che è accaduto nella scuola Diaz a Genova nel luglio del 2001" commenta all’Adnkronos Riccardo Noury, portavoce della sezione italiana di Amnesty International. "Auspico, a questo punto, che il governo italiano dia seguito a questa sentenza – continua Noury – e colmi la mancanza del reato di tortura nella legislazione italiana. Prima o poi ci dovrà essere un organo di giustizia italiano che pronuncerà quella parola: tortura". "Se l’introduzione del reato di tortura sarà possibile solo attraverso compromessi, allora si accetteranno anche i compromessi", aggiunge Noury, sottolineando: "Spero che questa decisione della Corte Europea per i diritti umani dia una spinta e porti presto all’approvazione di una norma chiara, in modo che non ci possano essere interpretazioni ambigue da parte di nessuno. Mi piacerebbe che questa fosse, veramente, la volta buona".

‘Che tristezza, deve essere una "entità esterna" come la Corte di Strasburgo a spiegarci che a #Diaz e #Bolzaneto ci fu tortura’ ha commentato su Twitter Daniele Vicari, regista del film ‘Diaz – Don’t Clean Up This Blood’. 

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte