Milano, 24 nov. (Adnkronos/Ign) – La difesa di Alberto Stasi rimette in discussione tutti gli elementi sollevati da accusa e parte civile per puntare il dito contro l’ex bocconiano accusato dell’omicidio della fidanzata Chiara Poggi. Nell’aula al piano terra del tribunale di Milano, dove è in corso il processo d’appello, si torna a discutere di quanto accaduto il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli a Garlasco, in provincia di Pavia.
Per i legali di Alberto, il professore Angelo Giarda e i fratelli Giulio e Giuseppe Colli, l’orario della morte è ‘un elemento fondamentale’ che, a quasi 4 anni di distanza, non è stato ancora risolto. Nei motivi di appello presentati dal pm di Vigevano, Rosa Muscio, il decesso di Chiara è avvenuto ‘tra le 9,12 e le 9,36’ oppure ‘dopo le 12,46’.
Secondo il sostituto procuratore Laura Barbaglini, che nell’udienza ha chiesto 30 anni di carcere per Alberto, l’ora della morte avviene ‘tra le 9,12 e le 9,36’. Stesso orario sostenuto fin dal primo momento dalla parte civile. Per i legali dell’unico imputato l’accusa dice ‘ogni volta una cosa diversa per fare combaciare questo elemento con la colpevolezza di Alberto’.
Non solo. Per la difesa ‘la finestra temporale dell’aggressione è incompatibile con quanto sostenuto nelle perizie degli esperti che parlano di un’aggressione in due fasi che dura diverse decine di minuti’. Inoltre, non c’è nessun dubbio sull’alibi di Alberto che dalle 9,35 alle 12,20 di quel 13 agosto lavora al computer per completare la sua tesi di laurea. Per la difesa ‘non c’è nessuna anomalia nel suo comportamento poiché Alberto ha abitudini identiche nei giorni precedenti’ il delitto.
La difesa interviene anche sull’sms che Alberto invia ad un amico trentuno ore prima dell’omicidio. Un messaggio che secondo l’accusa rappresenta ‘un’emergenza’ e che Alberto cancella subito dopo l’invio avvenuto pochi minuti dopo le 2 tra l’11 e il 12 agosto.
‘Non c’è nessuna prova che il messaggio sia stato cancellato’, secondo i legali di Alberto che ricordano come il cellulare dell’imputato non sia mai stato sequestrato ma sia stato consegnato spontaneamente dalla difesa molto tempo dopo la morte di Chiara.