Gaza, capo esercito Israele: ‘C’è ancora molto lavoro da fare’

Duri scontri alla periferia della città. Spari contro lo Stato ebraico al confine con la Giordania. Sale a 919 morti e 4.300 feriti il bilancio delle vittime palestinesi. Oggi nuova riunione del Consiglio di Sicurezza Onu.
News Nazionali

Gerusalemme, 13 gen. (Adnkronos/Ign) – Le infrastrutture di Hamas hanno subito un serio colpo, ma la missione non è ancora compiuta. A dirlo il capo dell'Esercito dello Stato ebraico, il generale Gabi Ashkenazi, che ha elogiato il "lavoro eccezionale" che stanno facendo i suoi soldati durante un'audizione davanti alle commissioni Esteri e Difesa del Parlamento. "C'è ancora da fare", ha sottolineato Ashkenazi, secondo cui l'offensiva andrà avanti per ridurre ulteriormente la possibilità dei militanti palestinesi di lanciare razzi contro le città del sud di Israele.

L'offensiva contro Hamas, sostiene il ministro israeliano degli Esteri Tzipi Livni, è anche nell'interesse dei palestinesi. Secondo la Livni, il successo dell'operazione favorirà tutte le forze moderate nella regione, compresi i palestinesi che credono in una pace con due Stati. Il ministro degli Esteri, leader del Kadima e candidata a primo ministro, ha aggiunto che Hamas sta mostrando segni di sofferenza a Gaza anche se la leadership a Damasco non lo ammette.

Da parte sua il movimento di resistenza islamico darà oggi la sua "risposta definitiva" all'iniziativa egiziana per un cessate il fuoco a Gaza. Lo sostiene la televisione al Arabiya, secondo cui la questione centrale resta quella se Hamas accetterà la tregua prima che Israele si sia ritirato dalla Striscia. Il piano egiziano prevede un immediato cessate il fuoco da parte di Israele e di Hamas, in modo che gli aiuti possano raggiungere la popolazione, l'allentamento del blocco a Gaza e il rafforzamento della sicurezza al confine con la Striscia, per bloccare il contrabbando di armi.

Secondo il quotidiano arabo al-Hayat, che cita fonti del movimento di resistenza islamico, Hamas sarebbe favorevole al dispiegamento di truppe turche per monitorare il confine tra l'Egitto e la Striscia di Gaza, mentre sarebbe contraria all'invio di una forza internazionale. La delegazione di Hamas, secondo il giornale, farà conoscere la propria posizione durante gli incontri previsti oggi al Cairo.

Intanto, continuano gli scontri. Durante l'avanzata delle truppe di terra israeliane alla periferia sud della città di Gaza duri scontri sono scoppiati tra i militari israeliani e palestinesi. Colpi di arma da fuoco poi sono stati esplosi questa mattina da uomini armati contro una pattuglia della polizia di confine israeliana lungo il confine tra Israele e Giordania. Lo ha riferito l'esercito israeliano precisando che non ci sono stati feriti.

Le forze aeree israeliane hanno proseguito con i loro attacchi contro bersagli situati nella Striscia di Gaza la notte scorsa. Stando a quanto riferito dalle stesse forze armate – si legge sul sito di 'Ha'aretz' – sono stati attaccati oltre 60 bersagli in tutta la Striscia. Alle prime ore di oggi, rende noto il quotidiano, tre soldati israeliani sono rimasti feriti, nessuno di loro in modo grave.

Il bilancio delle vittime tra la popolazione palestinese dell'offensiva lanciata da Israele il 27 dicembre scorso è salito a 919 morti e più di 4.300 feriti. Sul fronte diplomatico, è prevista per oggi una nuova riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, mentre il segretario generale Ban Ki-Moon si appresta a partire per una missione nella regione che include tappe in Egitto, Giordania, Israele, Cisgiordania, Libano, Siria e Kuwait.

Il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak assicura che Israele rispetta le Nazioni Unite e segue gli sforzi diplomatici in corso, tuttavia l'offensiva militare a Gaza continua fino al raggiungimento degli obiettivi. "Abbiamo sentito gli appelli, che rispettiamo, del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon – ha detto Barak – e, naturalmente, noi stiamo anche monitorando gli sviluppi dell'iniziativa egiziana, ma gli scontri proseguono e le Forze di difesa israeliane continuano ad usare la forza".

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