Gb, seconda notte di guerriglia a Londra. Oltre 100 arresti e 35 agenti feriti

Si teme l’effetto emulazione
News Nazionali

Londra, 8 ago. (Adnkronos/Ign) – Seconda notte di guerriglia a Londra, dove la polizia ha arrestato oltre 100 persone e ha riportato il pesante bilancio di 35 agenti rimasti feriti in due giorni di scontri. Dopo Tottenham, dove la protesta è scoppiata nella notte tra sabato e domenica in seguito all’uccisione da parte della polizia di un 29enne nero, ieri le rivolte si sono diffusa a Enfield, Walthamstow e Waltham Forest nel nord della capitale e Brixton nel sud.

I polizziotti, schierati in assetto anti-sommossa, parlano di "attività criminale copycat", cioè tesa ad imitare i fatti della notte precedente, nelle diverse zone dalla città da parte di bande di centinaia di giovani. "Gli agenti sono shoccati dal livello di violenza nei loro confronti e almeno in nove sono rimasti feriti nella notte dopo i 26 di ieri – ha dichiarato il comandante della Met Police, Christine Jones – noi non tollereremo questa violenza e continueremo ad assicurare i criminali alla giustizia". Anche i vigili del fuoco sono dovuti intervenire per spegnere diversi incendi appiccati dai rivoltosi in molti quartieri della capitale, tra i quali quello ad un negozio a Brixton Road.

La tensione è altissima, tanto che il ministro dell’Interno, Theresa May, sta rientrando dalle vacanze. Lo riporta il sito del Guardian, precisando che il ministro intende prendere in mano la situazione e confrontarsi con la polizia sull’accaduto.

Crescono infatti i dubbi sulla ricostruzione dei fatti che giovedì scorso hanno portato alla morte di Mark Duggan, un 29enne padre di quattro figli ucciso dopo essere stato fermato a bordo di un taxi a Tottenham. La polizia sostiene che sia stato Duggan il primo ad aprire il fuoco, ma dai primi rilievi balistici – riporta sempre il Guardian – il proiettile trovato nella radio dell’auto della Metropolitan Police sarebbe stato esploso da una pistola di ordinanza e non da quella ritrovata sulla scena e che si suppone fosse del 29enne. Dubbi che hanno fatto partire le proteste iniziate sabato pomeriggio con una manifestazione pacifica poi degenerata in guerriglia urbana.

I leader delle comunità locali sono sicuri che proprio l’atteggiamento della polizia – che nel pomeriggio di sabato avevano chiesto invano un incontro con un funzionario per discutere del caso Duggan ed evitare che la protesta proseguisse fino a notte – abbia provocato la rabbia dei rivoltosi. "Se fosse venuto a parlarci un funzionario noi saremmo andati via, eravamo arrivati alle cinque per una protesta silenziosa di un’ora – ha detto Stafford Scott, uno dei leader della comunità locale – ma alle nove di sera eravamo ancora lì. La polizia è completamente responsabile, se avessero dato ascolto alla richiesta della famiglia avremmo lasciato la zona prima dell’inizio della rivolta. E’ imperdonabile il fatto che abbiano rifiutato il dialogo, noi abbiamo una storia qui", ha aggiunto riferendosi alla ‘riot’ di Tottenham del 1985 provocata dalla morte per infarto di una ragazza in seguito all’irruzione della polizia nel suo appartamento, durante la quale un agente fu ucciso a coltellate.

Dal canto loro i familiari di Mark Duggan non si aspettavano questo tipo di violenze. "Capisco la frustrazione e la rabbia della gente -ha affermato il fratello di Duggan, Shaun Hall, a Sky News- Vorremmo dire loro di cercare di calmarsi e non farlo in nome di mio fratello. Lui era un uomo buono". "Non ho ancora detto ai bambini che il padre è morto, perché ancora non so spiegare come è accaduto -ha aggiunto la compagna dell’uomo, Semone Wilsonn – Siamo andati in commissariato per saperlo, qualcosa è emerso, ma hanno detto che non ci sono ancora risposte da darci".

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