Londra, 23 ott. (Adnkronos/Ign) – Hanno sfondato la porta al grido di ‘italiani di merda’ e hanno aggredito Joele Leotta, 19 anni, a calci e pugni. E’ questa la ricostruzione fornita all’Adnkronos dal sindaco di Nibionno, Claudio Usuelli, informato da fonti locali, di quanto accaduto al suo concittadino a Maidstone, nel Kent.
Per l’omicidio del giovane sono state arrestate nove persone – tutti ragazzi di un’età compresa tra i 21 e i 30 anni – che, domenica 13 ottobre, si sarebbero recate con questa intenzione nella camera affittata al giovane dal titolare del ristorante dove lavorava e che si trova proprio sopra il locale. Solo uno dei nove sospettati è di origine inglese, gli altri sono tutti di origine staniera. E’ quanto si legge su alcuni quotidiani locali inglesi.
Il portavoce della polizia del Kent, Richard Allan, ha riferito all’Adnkronos che due dei nove sono stati rilasciati su cauzione, mentre i 7 rimasti in carcere sono sotto interrogatorio. Gli altri – un 23enne, residente a Maidstone e un 45enne di Tonbridge – in ogni caso, secondo quanto riferito dalla polizia, potrebbero essere riascoltati nuovamente nei prossimi giorni.
Allan riferisce anche che ci sono "diversi dubbi" riguardo all’ipotesi investigativa del movente razziale e spiega che "le indagini stanno continuando a tutto campo per capire cosa davvero ci sia all’origine di quanto accaduto".
Joele era partito per l’Inghilterra dal suo paese della provincia di Lecco da nemmeno un paio di settimane ed era all’estero per trovare lavoro e imparare la lingua. Lavorava infatti come cameriere in un ristorante italiano. Il 17 ottobre su Facebook aveva scritto: "Ho trovato lavoro in un ristorante italiano, con origini napoletane, e ora sto imparando a fare il cameriere davvero tutto perfetto".
I suoi aggressori avrebbero voluto dare una lezione ai due italiani – il 19enne e un suo amico – perché avevano occupato il letto di un loro amico e perché avrebbero rubato il posto di lavoro ai cittadini del posto.
La tragedia – come si legge su ‘Il Giorno’ – si è consumata poco dopo le 23, in un appartamento della cittadina in Lower Stone Street, dove vivono diversi stranieri. I due ragazzi era stati presi di mira da alcuni clienti. Sembrava che la discussione fosse destinata a concludersi tra i tavoli del locale, invece – si legge ancora sul quotidiano – mentre i due giovani lecchesi stavano rientrando sono stati aggrediti e picchiati a sangue. Qualcuno avrebbe anche estratto un coltello e colpito Leotta.
Joele è stato trasferito d’urgenza in elicottero al King College di Londra ma è morto poco dopo il ricovero. L’amico, Alex Galbiati, ricoverato invece all’ospedale Tunbridge Wells a Pembury con lesioni al collo, alla testa e alla schiena, è fuori pericolo.
I genitori di Joele e quelli di Alex sono in Inghilterra, per seguire da vicino le indagini. Stando a quanto si apprende, la famiglia di Joele sarebbe partita martedì, immediatamente dopo aver ricevuto la conferma ufficiale dai carabinieri di quanto accaduto. Anche i familiari di Alex si trovano nel Kent per assisterlo nella convalescenza.
Dai post nella bacheca di Joele si evince che la giovane vittima amava il rap, era tifoso dell’Inter e aveva 1223 amici sul social network. Aveva modificato la sua ‘città attuale’ in Maidstone e aggiunto del nuovo lavoro al Vesuvius Restaurant a Maidstone il 19 ottobre sul diario. Della sua morte la famiglia è stata avvertita da un conoscente del ragazzo e non dalle autorità inglesi, secondo quanto sostiene con l’Adnkronos il sindaco di Nibionno. "I genitori sono venuti a conoscenza della notizia nel tardo pomeriggio di lunedì da un conoscente che lavorava con lui al ristorante e si sono subito recati in caserma, dove i carabinieri – racconta – hanno provato a contattare la Farnesina. La Farnesina, all’oscuro, ha contattato le autorità inglesi che hanno dato la conferma dell’omicidio solo 24 ore dopo".