Milano, 28 feb. (Adnkronos/Ign) – “Dopo la diaspora di Fini abbiamo una maggioranza meno grande ma possiamo fare le riforme che prima venivano bloccate dallo statalismo di Fini. In particolare, in materia di giustizia c’era un patto tra Fini e il sindacato dei magistrati, l’Anm, per bloccare le riforme. Questo spiega perché non è stata ancora fatta la riforma sulle intercettazioni”. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, interviene così a un convegno a Milano e scandisce: “Se una legge non piace al Capo dello Stato torna alla Camera e al Senato. Se poi non piace ai giudici di sinistra questi si rivolgono alla Corte costituzionale che la abroga”.
Per Berlusconi ‘è necessaria una riforma istituzionale che non è mai stata fatta perché non avevamo la maggioranza al nostro interno. Bisogna poi ridurre della metà il numero dei parlamentari, in Parlamento lavorano solo 50 o 60 gli altri si fanno dare le indicazioni dai capogruppo’. Quindi un nuovo affondo ai ‘vecchi comunisti’, all’opposizione che vuole ‘frontiere spalancate così i clandestini potranno votare per loro e intercettazioni a go-go’.
Il Cavaliere dice di averne ‘piene le scatole’ e rivela il ‘sogno di tornare ad essere un cittadino privato’ ma ‘i sondaggi dicono che ho il 51% delle preferenze e per questo non posso andarmene perché potrebbero pensare che io abbia disertato e non posso quindi finire la mia carriera politica con un giudizio negativo da parte di tutta l’Italia’.
In precedenza, a un’altra iniziativa, sempre a Milano, il Cavaliere ha confidato di non avere un cellulare ‘e non perché non possa averlo, ma perché esposto a ogni tipo di intercettazione. Per questo ho rinunciato da tempo ad avere un telefonino” ha affermato Berlusconi, sottolineando che “un paese in cui non si può parlare liberamente al telefono non è un paese libero e civile”.
Ai militanti del Pdl il Cavaliere si è rivolto con una battuta. ‘Siete così simpatici che vi invito tutti al bunga bunga – ha detto Berlusconi – Temo però che rimarrete delusi, al bunga bunga non c’è niente di proibito ma solo quattro salti e quattro chiacchiere in allegria”. E ai cronisti che gli chiedevano se fosse preoccupato per il 6 aprile, data di inizio del processo sul caso Ruby, il Cavaliere ha risposto: ‘Cosa c’è il 6 aprile?”. ‘Sono l’uomo più processato d’Italia – ha lamentato – ci sono state 2.952 udienze. Quando mi dicono di farmi processare penso ‘perdonali perché non sanno quello che dicono'”.
Quanto alla maggioranza, “non è vero – ha rimarcato – quello che scrivono i giornali, la fiducia nei nostri confronti non è scesa. Il Pdl è al 30%, mentre il Terzo Polo se si allea con la sinistra prende meno del 10%. Fli poi è all’1,3%”.
A stretto giro la replica di Fli. “E’ incomprensibile l’accanimento con cui Berlusconi si occupa di Futuro e libertà – ha dichiarato il vice presidente Italo Bocchino – Se davvero a lui risulta che il nostro consenso sarebbe dell’1,3% non si comprende il perché di tanta attenzione’.
“Nonostante le polemiche interne derivanti dal Congresso – ha aggiunto Bocchino – Futuro e libertà è quotato tra il 5 e 7,2 per cento e nel momento in cui Gianfranco Fini scenderà in campo per rappresentare l’altro centrodestra, il vero centrodestra, concorrerà a raccogliere gli elettori delusi da Berlusconi che oggi si collocano nell’astensionismo e coloro che stanno ancora nel Pdl, ma con un ‘mal di pancia’ che presto li porterà a fare altre scelte’.
Il premier oggi a Milano è stato contestato da un piccolo gruppo di persone che ne chiedevano le dimissioni. Capeggiato da Pietro Ricca, noto contestatore del premier, il gruppo è stato allontanato dai carabinieri dal marciapiede antistante la sede della Camera di commercio dove Berlusconi ha pranzato con alcuni ministri dopo l’incontro con alcuni esponenti dell’imprenditoria lombarda. I manifestanti inneggiavano alle sue dimissioni invitandolo con alcuni cartelli gialli a farsi processare.