Ilva, operai occupano la fabbrica Cancellieri: “Temo per ordine pubblico”

Sale la tensione all'Ilva di Taranto dopo la decisione annunciata ieri dall'azienda di chiudere gli impianti e lasciare a casa cinquemila dipendenti.
News Nazionali

Taranto, 27 nov. – (Adnkronos/Ign) – Sale la tensione all’Ilva di Taranto dopo la decisione annunciata ieri dall’azienda di chiudere gli impianti e lasciare a casa cinquemila dipendenti.

E secondo il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri c’e’ "un rischio per l’ordine pubblico ed e’ notevole". "Conto molto sul senso di responsabilita’ di tutti. Teniamo i nervi saldi e speriamo bene perche’ e’ una situzione drammatica e per il paese sarebbe un danno irreparabile". Secondo la titolare del Viminale, infatti, "al di la’ dei posti di lavoro persi", a risentirne e’ l’intero settore dell’indotto.

La replica dei lavoratori alla chiusura annunciata dall’azienda non si è fatta attendere. Questa mattina centinaia di operai si sono radunati davanti agli ingressi e, non potendo entrare perché i loro badge erano già stati disabilitati, hanno forzato i varchi della portineria D dello stabilimento entrando anche nella Direzione del siderurgico occupandola.

Alle 7 è poi iniziato lo sciopero proclamato da Fiom Cgil- Fim Cisl e Uilm Uil in seguito alla decisione dell’azienda di mettere in libertà i dipendenti dell’area a freddo non solo di Taranto ma anche delle altre fabbriche italiane. Dinanzi alle portinerie i lavoratori si sono riuniti in sit-in, mentre qualche momento di tensione si è registrato tra chi voleva entrare e chi invece invitava a scioperare.

In mobilitazione anche gli operai di Genova dove un corteo di un migliaio di persone che protestano per la chiusura dello stabilimento di Taranto ha interrotto i collegamenti stradali tra il Ponente e il centro città. Partito da Cornigliano il corteo ha bloccato con mezzi meccanici l’accesso al casello autostradale di Genova Ovest e alla sopraelevata. Bloccato il traffico anche in via Cantore. I manifstanti chiedono un intervento ufficiale del governo sulla vicenda. Intanto il corteo dei lavoratori di Ansaldo Energia e Ansaldo Sts, in strada per protestare contro il piano industriale di Finmeccanica che prevede lo scorporo delle loro aziende, è arrivato in via Fieschi, davanti alla sede dell’assemblea regionale, dove sono riuniti in seduta congiunta consiglio comunale e consiglio regionale per discutere del caso Finmeccanica.

Per il ministro dell’Ambiente Corrado Clini "il provvedimento del Gip rende difficile la situazione", ma una soluzione sarà pronta già per giovedì. L’incontro convocato dall’esecutivo a Palazzo Chigi, infatti, assicura il ministro in un’intervista a Sky Tg24 non sarà interlocutoria. ‘Stiamo lavorando con il premier Mario Monti e con i miei colleghi ministri per risolvere la situazione in tempi rapidi, come peraltro siamo abituati a fare. Credo che la soluzione sarà pronta già giovedì con un provvedimento che consenta di superare questa situazione’.

Per Clini, il governo opererà per "rendere possibile la piena applicazione dell’Aia, unica strada per il risanamento, sulla base di quanto disposto dalle direttive europee e dalle leggi nazionali; e allo stesso tempo consentire la continuità delle attività produttive, perché – sottolinea il ministro – la continuità non è in contrasto con le prescrizioni dell’autorizzazione integrata ambientale". ‘Il ministero dell’Ambiente e il Governo insistono e otteranno assicurazioni per coniugare lavoro e salute’, ha aggiunto Clini spiegando che "la strada potrebbe essere quella di un decreto".

A margine di un convegno a Venezia, il ministro ha poi voluto sottolineare che "l’obiettivo, anche della procura tarantina, è arrivare a rendere l’Aia non applicabile e portare al blocco dello stabilimento e del processo di risanamento". Per questo, Clini ha assicurato che "andremo avanti, per impedire che si crei una situazione in cui non si rispetta la legge". "Quello che abbiamo fatto da marzo a oggi è la rigorosa applicazione legge nazionale ed europea", ha assicurato sottolineando "nessuno, nemmeno la magistratura, ha aperto obiezioni sui temi dell’Aia. Il problema, oggi, è creare le condizioni di agibilità per cui l’azienda possa rispettarla rigorosamente. Siamo di fronte ad una situazione paradossale: c’è un rischio di convergenza di interessi per cui fra l’iniziativa della magistratura e l’interesse dell’azienda a non investire, avremmo il risultato pratico di un’area inquinata pericolosa e la perdita di lavoro per migliaia di persone. Questa convergenza negativa va spezzata" ha concluso Clini.

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