Italia maglia nera. ‘Peggio di Angola e Gabon’

Lo afferma il primo presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, durante la relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario.
News Nazionali

Roma, 30 gen. (Adnkronos) – Se il pianeta giustizia è in crisi lo si deve anche alle "tentazioni mediatiche" cui talvolta sono soggetti i giudici. Lo rileva il primo presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, nella relazione con la quale ha inaugurato l'anno giudiziario presso la Suprema Corte.

In primo luogo, avverte Carbone, come già fece lo scorso anno, "occorrerebbe evitare la realizzazione di veri e propri processi mediatici, simulando al di fuori degli uffici giudiziari, e magari anche con la partecipazione di magistrati, lo svolgimento di un giudizio mentre è ancora il processo nelle sedi istituzionali".

Nemici della giustizia, secondo Carbone, sono soprattutto quei magistrati che manifestano "una sorta di narcisismo autoreferenziale che induce tra l'altro, all'emanazione di quelle 'sentenze corsare' le quali si pongono in palese e talvolta immotivato contrasto con consolidati indirizzi giurisprudenziali". Il tutto contribuisce ad aumentare "l'incertezza e anche il degrado istituzionale".

Ma la causa "più grave di tutte" secondo Carbone, risiede "nella mancanza, nell'ambito della magistratura, di una cultura diffusa dell'organizzazione e dell'efficienza, che si affianchi alla cultura del diritto".

Troppo spesso, denuncia ancora Carbone, "il magistrato continua intimamente a ritenere di dover essere solo un bravo giurista, non anche un efficiente dispensatore del servizio". Avverte Carbone: "La realizzazione di sentenze ponderose, dotte e giuridicamente impeccabili, ma cronicamente tardive, è grave quanto la perpetrazione dell'ingiustizia". E il risultato è sotto gli occhi di tutti. Dati alla mano, infatti, il primo presidente della Cassazione ricorda che in tema di giustizia il nostro Paese viene addirittura dopo l'Angola e il Gabon "al 156° posto su 181".

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