Lavoro, Monti: ‘Riforma storica’. Sul reintegro deciderà il giudice

La riforma del mercato del lavoro rappresenta un 'impegno di rilievo storico per l'Italia'. E' quanto ha sottolineato il presidente del Consiglio, Mario Monti, illustrando la riforma nel corso di una conferenza stampa.
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Roma, 4 apr. (Adnkronos/Ign) – La riforma del mercato del lavoro rappresenta un ‘impegno di rilievo storico per l’Italia’. E’ quanto ha sottolineato il presidente del Consiglio, Mario Monti, illustrando la riforma nel corso di una conferenza stampa.

Una riforma, ha detto Monti, che ‘intende realizzare un mercato del lavoro inclusivo e dinamico, in grado di contribuire alla creazione di lavoro’, che garantirà "crescita sociale ed economica" e la "riduzione permanente del tasso di disoccupazione" e con la quale ‘crediamo di aver raggiunto un punto di equilibrio’.

Quanto alla flessibilità, ha spiegato il presidente del Consiglio, ‘tema molto discusso, esce da questa riforma in modo molto equilibrato e sereno’. Il giudice potrà intervenire a tutela dei lavoratori in caso di "licenziamenti ingiustificati di carattere discriminatorio" ma, ha avvertito il professore, c’è "la necessità che i giudici del lavoro non entrino troppo in valutazioni che appartengono alla responsabilità del datore del lavoro". Con la riforma, ha poi aggiunto, ‘si è anche cercato di lottare contro forme di precarietà per quanto riguarda la flessibilità in entrata’.

Al ddl ha "veramente collaborato in modo collegiale tutto il governo" ha rimarcato il presidente del Consiglio. E il ddl "viene trasmesso oggi al Parlamento essendo state raggiunte, dentro il governo, quelle intese tipiche di un ddl approvato ‘salvo intese’". La riforma è anche passata "al vaglio attento di Bersani, Casini e Alfano. Abbiamo raccolto la loro adesione e credo che questo, data l’autorevolezza dei tre leader, assicuri pur nel grande rispetto dell’insieme dei parlamentari un percorso sereno e per quanto possibile rapido". L’auspicio infatti è di ‘un iter approfondito ma anche spedito. In una riunione avvenuta ieri il governo si è assicurato la condivisione delle linee del progetto e anche delle linee dettagliate su alcuni aspetti sensibili, da parte dei leader politici che sostengono il governo e adesso guardiamo con rispetto e speranza" ai lavori del Parlamento.

"No" ha poi risposto Monti a chi gli chiedeva se intendesse commentare le affermazioni di Antonio Di Pietro secondo cui il governo avrebbe suicidi sulla coscienza. Per evitare al massimo ogni rischio di tensione sociale occorre "senso della misura da parte di chi ha responsabilità pubblica. Questo sta dietro al mio secco no’ sono state le parole del professore che ha però replicato alla dichiarazione del leader dell’Idv secondo il quale il premier ha detto bugie sostenendo che la crisi è finita. ‘Non ho mai detto che la crisi è finita’ ha puntualizzato il presidente del Consiglio. ‘Quello che ho detto parlando a un pubblico internazionale – ha spiegato riferendosi ai suoi interventi nel corso del viaggio in Asia – è che la crisi nell’eurozona è quasi finita e che l’Italia ha contribuito’.

Nel corso del suo intervento il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha evidenziato che il dialogo sulla riforma ‘è stato sincero, anche di diverse ore a tu per tu con i leader sindacali’, replicando anche a Luigi Angeletti che ieri aveva parlato di licenziamento per la titolare del Welfare: "Gli italiani vedranno se questo ministro merita il licenziamento per giusta causa…". Argomento sul quale anche Monti è tornato rispondendo a una domanda dell’Adnkronos. "Sulla base della Costituzione vigente della Repubblica italiana, una persona che presiede questo governo di cui il ministro Fornero fa parte, potrebbe neppure se preso da follia licenziarla" ha dichiarato il presidente del Consiglio.

Durante la conferenza stampa c’è stata una piccola gaffe del ministro che ha confuso ddl con dl, nella presentazione del provvedimento. ‘Bisogna farlo vedere. Il decreto legge esiste, esiste’ ha detto Fornero. Il disegno di legge, ha quindi spiegato mostrando il testo, è all’esame del Presidente della Repubblica che ‘lo firmerà se gli piace’.

La riforma riguarda tutto il Paese ‘nel medio lungo periodo. Non è scritta per il 2013 e per il 2014 ma è scritta per gli anni futuri’. Con la riforma, ha poi aggiunto, ‘non blindiamo più il lavoratore a quel particolare posto di lavoro, per cui, una volta conquistato è tuo per sempre, ma ci sono circostanze in cui c’è un distacco tra lavoratore e datore di lavoro’. E ha spiegato le ragioni per le quali il contratto a tempo determinato ‘costerà un po’ di più’. ‘Il lavoro temporaneo è un fattore produttivo e i fattori produttivi si pagano sempre’ ha scandito.

Quindi l’articolo 18, che ‘è stata una grande conquista’ del passato ma è necessario ‘adeguarsi ai cambiamenti del mondo anche traendo vantaggi ed evitando svantaggi, senza chiuderci’ ha affermato Fornero. ‘Le economie più fossilizzate hanno il più alto tasso di disoccupazione’ ha rilevato, mentre ‘tutte le economie che hanno un basso tasso di disoccupazione strutturale sono economie in cui i flussi in entrata e in uscita sono molto più rilevanti’.

Entrando nel dettaglio, il ministro ha spiegato che per i licenziamenti economici sarà previsto un indennizzo pari a 12/24 mensilità e in caso di "manifesta infondatezza" o meglio, come suggerisce il premier Monti, per "manifesta insussistenza" del licenziamento per motivi economici "il giudice può decidere il reintegro".

La nuova riforma del mercato del lavoro prevede inoltre ‘una procedura di conciliazione nella quale si cerca di vedere se c’è una ragionevolezza nel licenziamento e le parti si accordano’ e ‘il sindacato avrà un ruolo’, ha assicurato. Quanto alle risorse per gli ammortizzatori sociali ammonteranno fino a 1,8 miliardi di euro ‘negli anni di scansione della riforma’. Fornero ha poi riferito di aver ricevuto ‘un invito dalla Fiom per un dibattito. Credo lo accetterò’ ha fatto sapere, confermando la volontà di andare in ‘giro per l’Italia’ a illustrare i contenuti della riforma.
 

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