Roma, 3 mag. (Adnkronos/Ign) – Procedono "a ritmo serrato, d’intesa tra la polizia postale e l’autorità giudiziaria", gli accertamenti degli investigatori sulle attività degli hacker che hanno violato le mail private di diversi parlamentari del Movimento 5 Stelle per poi divulgarle in rete. Le indagini, apprende l’Adnkronos, hanno consentito di acquisire "rilevanti spunti investigativi". Nel frattempo da alcune ore è off-limits il link del portale web degli hacker dal quale era possibile conoscere il contenuto delle mail violate.
Una delegazione di parlamentari stellati questa mattina si è recata dal garante Privacy per sollevare la questione, mentre la capogruppo alla Camera, Roberta Lombardi, è stata in Procura per incontrare gli inquirenti chi si occupano dell’indagine.
Dopo il caso di Giulia Sarti ieri è toccato a Massimiliano Bernini, Stefano Vignaroli e Tancredi Turco vedere le loro mail pubblicate in Rete. E in ambienti grillini assicurano che anche la posta di Alessandro Di Battista, tra i volti più noti del Movimento, è stata ‘bucata’ e diffusa sul web dai ‘pirati virtuali’.
"La sensazione è di essere stati abbandonati in un momento di grande pressione psicologica per noi", si è sfogata così Roberta Lombardi dopo la sua visita in Procura. "Nessuno si è preoccupato di tutelare queste persone o il gruppo politico", ha aggiunto in una conferenza stampa a Montecitorio al fianco di alcuni deputati vittime dell’attacco.
La prima denuncia risale al 24 aprile, quando sedicenti hacker del Pd pubblicarono le mail private della deputata bolognese Giulia Sarti. "Eppure fino a ieri – ha ricordato Lombardi – quel sito non è stato oscurato o bloccato". E anche ora, "a distanza di 8 ore dalla visita in Procura – ha osservato Lombardi – nulla è accaduto. Mi era stato promesso un report sulle attività investigative in atto, visto che ce ne stanno capitando tante, una dietro l’altra. Ma sono passate otto ore e tutto tace. Non vogliamo intralciare le indagini, sia chiaro, ma era giusto per noi conoscere come si stanno muovendo per tutelare la vita privata di trenta cittadini e un gruppo politico di fatto sotto attacco".
Non solo mail violate, il M5S tre settimane fa ha subito, ha rivelato Roberta Lombardi, il furto di un hard disk dal pc di uno dei capi legislativi del Movimento, al palazzo dei gruppi di Montecitorio. Mentre ieri, durante la pausa pranzo, qualcuno avrebbe tentato di entrare nella casella gmail di un collaboratore.
"Sono stata costretta a chiudere l’ufficio a chiave – ha raccontato Lombardi in conferenza stampa – c’è un attacco senza precedenti contro una forza politica che rappresenta quasi 9 milioni di italiani, con infrazioni fisiche nei nostri uffici e intimidazioni messe in atto attraverso le violazioni di mail di 30 cittadini divenuti parlamentari della Repubblica".
Sui fatti denunciati da Roberta Lombardi la procura di Roma nei giorni scorsi aveva già aperto un fascicolo che è affidato al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e al pm Elisabetta Cenicola. I reati ipotizzati sarebbero l’accesso abusivo ad un sistema informatico e la violazione della corrispondenza altrui.
Giulia Sarti, la prima vittima delle mail ‘bucate’, non nasconde la delusione e l’amarezza per il silenzio che ha sentito attorno a sé in queste settimane parlando di "totale indifferenza e silenzio di forze politiche e Istituzioni". Ma gli "attacchi non ci spaventano – ha detto – siamo più forti di prima". Al garante della privacy "chiederemo di diffidare chiunque a pubblicare le nostre mail – ha evidenziato Sarti -. Le testate giornalistiche che ne sono in possesso devono cancellarle: chiederemo al garante un intervento in tal senso".
Alessandro Di Battista ha confessato invece di aver avuto "la tentazione di pubblicare la password" della sua posta: "Non ho nulla da nascondere, tant’è che ho pensato: non ‘me ne po frega de meno’… Ciò non toglie che si tratta di un fatto davvero allucinante, di una violazione pesante". Dello stesso avviso Stefano Vignaroli: "Non abbiamo nulla da nascondere o temere, se volevano intimidirci non ci sono riusciti ma hanno fatto un buco nell’acqua".
E mentre da Roberto Maroni (Lega Nord) è arrivato un tweet piuttosto critico ("Grillini double-face: accusano i partiti di essere mafiosi ma poi piagnucolano perche’ quegli stessi partiti non li difendono dagli hacker"), solidarietà da Nichi Vendola (Sel) che sempre su Twitter ha scritto: "La vicenda dell’email hackerate dei parlamentari M5S è un atto odioso e vile. Mai rimanere in silenzio davanti ad un ricatto".