Manovra, Zamagni: ‘Bastava farla due settimane prima e non ci sarebbe costata così’

'Qualcuno dimentica che la crisi del 1929 durò otto anni'
News Nazionali

Roma, 19 ago. (Adnkronos) – ‘La manovra economica è un atto dovuto, ma bastava farla due settimane prima e non ci sarebbe costata così’. L’economista Stefano Zamagni, ex presidente per l’Agenzia per le Onlus nel secondo governo Prodi e tra principali collaboratori di Papa Benedetto XVI per la stesura del testo dell’Enciclica Caritas in veritate, lo afferma all’ADNKRONOS.

‘La manovra è un atto tipicamente politico – continua Zamagni – io sono convinto che le manovre economiche debbano rispettare i principi di equità ed efficienza’. L’economista, poi, affronta il tema della crisi internazionale: ‘Qualcuno dimentica che la crisi del 1929 durò otto anni. Dall’inizio della crisi del 2008, invece, sono passati poco più di due anni – continua Zamagni – è un illuso chi ha pensato che fosse già finita. La storia ce lo dice chiaramente, oggi siamo nella seconda parte della cosiddetta doppia W, ovvero nella curva discendente’.

E, allora, secondo Zamagni, ‘è inutile prendersela con il mercato, quando la politica ha evitato di legiferarlo, dicendo che il mercato era in grado di auregolamentarsi. La politica ancora latita su questo punto. Il mercato è una tigre, che se domata ci fa divertire, ma in caso contrario ci uccide. E’ un sistema basato sull’aviditè che non basta mai’.

Zamagni, poi, raccoglie l’appello del Papa al mondo del lavoro e i giovani: ‘E’ rivolto a tutti i Paesi, ma in particolare alla situazione italiana che è a dir poco drammatica – continua Zamagni – su 4 adulti che lavorano un solo giovane ha un’occupazione. Nel resto d’Europa il rapporto è due a uno. L’unico modo per abbassare il tasso di disoccupazione giovanile nel nostro Paese sarebbe quello di eliminare la distinzione tra contratti a tempo indeterminato e a tempo determinato. Finché resteranno queste differenze i giovani non entreranno mai nel modo del lavoro. Bisogna abolire questa dualismo contrattuale, attraverso un contratto unico, differenziato a seconda dell’anzianità e del comportamento della persona’.

Inoltre, Zamagni, è convinto della necessità di ‘dilatare la base produttiva, attraverso un sostegno alle imprese sociali e senza scopo di lucro. Si tratta di imprese ad alta intesità di lavoro, ma che hanno bisogno di un sistema fiscale adeguato. Basterebbe che lo Stato estendesse la mia legge sulle Onlus anche a loro. Si potrebbero creare, così, mezzo milione di posti di lavoro e lo Stato certo non ci rimetterebbe’.

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