Londra, 10 ott. – (Adnkronos) – La crisi del mercato europeo dell’auto pesa sulle prospettive dei grandi gruppi: di qui la decisione dell’agenzia Moody’s di abbassare da Ba2 a Ba3, sia il rating del gruppo Psa-Peugeot che di quello Fiat. Una scelta, quest’ultima, motivata in particolare dal "declino del mercato italiano che vale piu’ di meta’ delle immatricolazioni europee" del gruppo torinese.
Analizzando la situazione di Fiat, l’analista di Moody’s Falk Frey sottolinea come il gruppo torinese stia bruciando liquidita’ nella regione Emea per un totale di 2,6 miliardi di euro fra luglio 2011 e giugno 2012. L’andamento positivo di Chrysler – aggiunge Frey – ha un effetto positivo sui risultati finanziari del gruppo ma questo non impedisce di registrare un peggioramento della situazione di credito di Fiat, che peraltro potrebbe registrare un "limitato miglioramento" solo nel 2013.
L’Europa, aggiunge Moody’s, ha pesato per il 52% delle immatricolazioni totali di Fiat-Chrysler nei primi 8 mesi dell’anno, ma e’ un mercato che quest’anno dovrebbe chiudersi con un calo dell’8% e un ulteriore declino del 3 per cento nel 2013. Il tutto in uno scenario di guerra dei prezzi che, spiega l’agenzia, "aumentera’ l’effetto negativo sui risultati di Fiat" che peraltro "deve fare i conti con una notevole sovraccapacita’ produttiva" nonostante la chiusura di Termini Imerese. A tutto questo, si va ad aggiungere "il ritardo nel rinnovamento della gamma e l’assenza di lanci di modelli di massa" rispetto alla concorrenza europea, mentre aumentano le pressioni persino in Brasile "al momento il mercato piu’ proficuo" per il gruppo Fiat-Chrysler.
Quanto a Peugeot, Moody’s sottolinea come il taglio di capacita’ produttiva per 300 mila vetture fra gli impianti di Aulnay e Rennes potrebbe non bastare per ritornare al profitto: al momento, segnala l’agenzia, il gruppo francese brucia 200 milioni di euro di liquidita’ al mese, somma che potrebbe scendere a 100 milioni nel 2013 per via del taglio dei costi operativi. Ma anche qui, come per Fiat, resta cruciale la ripresa del mercato europeo.
Per l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, il declassamento della Fiat da parte di Moody’s "era previsto, ce lo aspettavamo ed e’ comprensibile se consideriamo lo stato del mercato italiano, ma non riflette le condizioni finanziarie" della societa’.