Napolitano: ‘Contro comunità ebraica miserabile provocazione’

Letta: 'Difendere la verità storica'.
News Nazionali

Roma, 27 gen. (Adnkronos/Ign) – “Una miserabile provocazione contro tutti noi”. Con queste parole il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nell’intervento pronunciato in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria al Quirinale, ha condannato il gesto condotto contro la comunità ebraica a Roma, augurandosi che gli autori “possano essere rapidamente individuati”.

Autori, ha aggiunto il capo dello Stato, “di un insulto assimilabile solo alla stessa ripugnante materia usata in quei pacchi” e che “non hanno nulla a che vedere con la Roma e i romani che per sentimento umano e civile, consapevolezza democratica, educazione e cultura, sono fraternamente accanto agli uomini e donne di origine e religione ebraica, stringendosi ad essi in una abbraccio di solidarietà e in un impegno di lotta rigorosa contro ogni forma di antisemitismo”.

“Si può e si deve intervenire contro ogni istigazione all’odio razziale”, ha detto Napolitano. Un intervento doveroso, ha sottolineato il capo dello Stato, “sul piano giudiziario, della tutela dell’ordine pubblico e della convenienza civile”. Anche perchè l’istigazione all’odio razziale, “è foriera di violenze e di forme inammissibili di mortificazione della libertà e serenità delle persone e dei gruppi assunti come bersaglio”.

Il Giorno della Memoria, istituito nel 2000 in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, è stato celebrato nel salone dei Corazzieri del palazzo del Quirinale. Alla cerimonia hanno preso parte ex internati e deportati insigniti delle medaglie d’onore, le scuole vincitrici del concorso ‘I giovani ricordano la Shoah’ e gli studenti che hanno partecipato al ‘Viaggio della memoria’.

Il presidente del Consiglio Enrico Letta, nella sua premessa al dossier di Palazzo Chigi sulla ricorrenza, scrive: “Il dovere della memoria non si conclude col Novecento: oggi tocca alla mia generazione, nata dopo la seconda guerra mondiale, fare tesoro delle testimonianze dei sopravvissuti, difendere la verità storica, e soprattutto educare i giovani a non rimanere mai più indifferenti”.

Papa Francesco scrive di suo pugno al rabbino capo di Buenos Aires, nonché suo amico personale, Abraham Skorka. Nel documento il Papa – come anticipa Radio Vaticana – esorta a “impegnarsi perché mai più si ripetano tali orrori, che costituiscono una vergogna per l’umanità”. 

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