Roma, 29 gen. (Adnkronos/Ign) – "Siamo riusciti nel nostro Paese a realizzare in questi anni una sempre più larga, partecipata e creativa consapevolezza dell’aberrazione introdotta anche in Italia dal fascismo con l’antisemitismo". Lo ha sottolineato Giorgio Napolitano, nel suo intervento durante la celebrazione al Quirinale del Giorno della Memoria.
Il capo dello Stato non ha fatto alcun riferimento alle parole di Silvio Berlusconi sul fascismo, che hanno scatenato dure polemiche tra le forze politiche. Napolitano, però, ha voluto rimarcare come, ormai da molto tempo, il Paese abbia capito quanto grande sia stato il male che il regime fascista ha causato all’Italia, anche con le leggi razziali del 1938, che Napolitano ha definito "un’infamia".
Per il presidente della Repubblica la risposta dello Stato deve essere "dura", di fronte a "mostruosità anche se solo enunciate", come quelle sulle quali sta indagando la Procura della Repubblica di Napoli, riguardo alle azioni violente che avrebbero voluto mettere in pratica esponenti di Casapound nel capoluogo partenopeo.
"In Italia, propagande aberranti si traducono in diverse città in fatti di violenza e contestazione eversiva da parte di gruppi organizzati, come quelli su cui è intervenuta nei giorni scorsi, con provvedimenti motivati, la Procura della Repubblica di Napoli. C’è da interrogarsi con sgomento – ha rilevato il capo dello Stato – sia sul circolare, tra giovani e giovanissimi, di una miserabile paccottiglia ideologica apertamente neonazista, sia sul fondersi di violenze di diversa matrice, da quella del fanatismo calcistico a quella del razzismo ancora una volta innanzitutto antiebraico".
"Abbiamo letto perfino di progetti che a Napoli si sarebbero ventilati di distruzione di un negozio ebreo, o di aggressione e stupro di una studentessa ebrea. Mostruosità anche se solo enunciate, che sollecitano la più dura risposta dello Stato e la più forte mobilitazione di energie nelle scuole, nella politica, nell’informazione, a sostegno degli ideali democratici", ha detto Napolitano.
E’ necessario "tenere alta la guardia, vigilare e reagire contro persistenti e nuove insidie di negazionismo e revisionismo, magari canalizzate attraverso la rete" ha sottolineato ancora. Ed ha ricordato come il continuo richiamo ad una vigilanza democratica sulle minacce antiebraiche sia stato, nel corso del settennato, "tra gli impegni ricorrenti con cui mi sono maggiormente identificato, dal punto di vista non solo istituzionale ma personale, in senso intellettuale e morale".
Per Napolitano, il "rifiuto intransigente e totale dell’antisemitismo in ogni suo travestimento ideologico come l’antisionismo" deve essere "un punto fermo nella coscienza democratica del nostro Paese". "C’è da fare della memoria della Shoah – ha aggiunto il presidente della Repubblica – l’asse di una chiarificazione costante e diffusa e di una battaglia ideale e politica non di parte, che vadano al di là degli stessi confini storici della persecuzione, fino allo sterminio, contro gli ebrei e anche, non dimentichiamolo, contro i rom e i sinti. E non solo perché razzismo e xenofobia hanno molteplici bersagli, che fanno tutt’uno con quello posto al centro del criminale disegno hitleriano, ma perché sono in gioco valori supremi, che nei ghetti di Cracovia, Lodz o Varsavia, e nei lager di Auschwitz-Burkenau o Dachau sono stati calpestati come in nessuna costruzione di pensiero si era prima immaginato potesse catastroficamente accadere: valori di civiltà e umanità senza frontiere di luogo e di tempo".
Il capo dello Stato, che si è commosso nell’affrontare i dolorosi temi legati all’Olocausto, ha voluto anche ricordare "la nostra grande Rita Levi Montalcini", cui ha voluto rivolgere "un pensiero triste e commosso a breve distanza di tempo dalla sua scomparsa".