Parigi, 8 set. – (Adnkronos/Ign) – "La ripresa si è quasi fermata nel secondo trimestre in molte economie dell’Ocse" ma la crescita "sta rallentando" anche in altre economie emergenti". Lo scrive l’Organizzazione nell’Interim Economic Assessment sottolineando che l’Italia potrebbe registrare un trimestre di crescita negativa con un calo del Pil nel terzo trimestre dello 0,1% e un +0,1% nel quarto.
"Si prevede che la Germania e l’Italia segnino un trimestre di crescita negativa", si legge nel rapporto dell’Ocse, precisando tuttavia che il margine di errore a tali previsioni è "alto" vista "l’incertezza elevata" della situazione. Nel caso dell’Italia il margine di errore è +/-1,4%. Per la Germania le stime sono di una crescita del 2,6% nel terzo trimestre seguita però da un calo dell’1,4%, anche in questo caso all’interno di un’ampia gamma di oscillazione (+/-2,2%).
Il pil della Francia dovrebbe crescere rispettivamente dello 0,9% e dello 0,4%. Mentre il dato aggregato per le tre economie della zona euro, cosiddetto Euro3 (Francia, Germania e Italia), è rispettivamente +1,4% nel terzo trimestre e -0,4% nel quarto.
Per il G7 nel suo insieme, le previsioni dell’Ocse puntano a un aumento del Pil dell’1,6%, per poi rallentare allo 0,2% negli ultimi tre mesi dell’anno. Negli Usa la crescita dovrebbe registrare un incremento dell’1,1% nel terzo trimestre 2011, per poi rallentare a +0,4% nel quarto trimestre dell’anno. Il Giappone dovrebbe segnare rispettivamente +4,1% e 0%
Nel documento dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, presentato a Parigi dal vice-segretario generale Pier Carlo Padoan, si sottolinea come "la revisione al ribasso dei dati diffusi in precedenza indica una attività economica più debole di quanto stimato in precedenza". In particolare, si legge ancora, nel primo semestre 2011 "la crescita si è rivelata più debole tanto negli Usa che nell’Eurozona".
Fra gli indicatori più preoccupanti, aggiunge l’Ocse, "la stagnazione del commercio mondiale, solo in parte legata ai problemi di forniture" seguiti al disastro dell’11 marzo scorso in Giappone. Ma a livello globale c’è anche il problema degli squilibri commerciali "che restano ampi", come dimostra "l’ampliamento del surplus commerciale cinese".
Notizie negative anche dal mercato del lavoro dove, scrive l’Ocse, "stanno scomparendo i miglioramenti" registrati nei trimestri precedenti, con "un forte rischio che si consolidi il fenomeno dell’alto tasso di disoccupazione". Per questo, suggerisce l’Organizzazione, "servono riforme profonde del mercato del lavoro per impedire che la disoccupazione ‘ciclica’ diventi strutturale".
In uno scenario, si legge nel rapporto, "di incertezza particolarmente alta per il Giappone e gli Usa" emergono molti fattori di rischio, dal basso livello dei consumi degli investimenti e dell’immobiliare", alla possibilità che "la crisi del debito sovrano nell’Eurozona torni ad aggravarsi".
Ma l’Ocse ribadisce "le preoccupazioni per i bilanci degli istituti bancari" e invita a "mantenere intatte le politiche sui tassi", ipotizzando un taglio "se nei prossimi mesi dovessero emergere persistenti segnali di debolezza o rischi di recessione".
Inoltre l’Ocse non esclude "ulteriori interventi delle banche centrali sui mercati e un forte impegno a mantenere i tassi di interesse bassi per un lungo periodo". Infine, quanto alle economie emergenti (con un chiaro riferimento alla Cina), l’Ocse suggerisce di "permettere un apprezzamento dei tassi di cambio, in caso di alta inflazione e crescita della bilancia commerciale".