Omicidio Garlasco, oggi al via l’udienza preliminare

Milano - Si svolge a porte chiuse al Tribunale di Vigevano. In forse la presenza di Alberto Stasi, unico indagato per il delitto. La difesa deposita una nuova consulenza sul computer del giovane. Il 13 agosto 2007 l'assassinio di Chiara Poggi.
News Nazionali

Milano, 24 feb. (Adnkronos) – Inizia oggi con la prima udienza preliminare il 'percorso' giudiziario di Alberto Stasi che potrebbe portare al rinvio a giudizio del 25enne per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi. Alle 9.30 nell'aula magna del Tribunale di Vigevano, davanti al gup Stefano Vitelli, potrebbe ritrovarsi faccia a faccia la famiglia della vittima e l'unico indagato per il delitto avvenuto a Garlasco, in provincia di Pavia, il 13 agosto 2007.

Difficile o meglio impossibile che si possa arrivare, già oggi, a una decisione. I legali del giovane hanno preannunciato una sfilza di eccezioni, oltre ad aver depositato una nuova consulenza sul computer di Alberto. Una relazione che mette in discussione le conclusioni dell'accusa e che punta il dito contro chi, in sede di indagine, non avrebbe rispettato i diritti della difesa.

Un documento che ora dovrà essere letto attentamente dall'accusa e su cui i legali, il professore Angelo Giarda e i fratelli Giulio e Giuseppe Colli, mantengono il più stretto riserbo. Così come nulla trapela sulla presenza, solo ipotizzata, dell'ex studente modello.

Chiedono verità, invece, i familiari di Chiara: la mamma Rita, papà Guseppe e il fratello Marco saranno presenti in Tribunale. Attesi anche diverse decine di giornalisti, cameraman e fotografi pronti a immortalare ogni momento dell'udienza a porte chiuse.

Una prima 'tappa' che servirà da bussola per capire i tempi di un possibile rinvio a giudizio in vista di un processo. Nessun rito abbreviato, però, secondo ben informati sarà scelto in quel caso. Alberto è pronto a dimostrare, senza scorciatoie, di essere innocente.

Prima, però, il pm Rosa Muscio dovrà convincere il gup Vitelli che l'ex fidanzato è colpevole. Solo così potrà evitare l'archiviazione o la richiesta di ulteriori indagini in un delitto in cui, al momento, manca l'arma e il movente. Diversi, invece, i punti su cui difesa e accusa sono pronti a darsi battaglia. Una lotta a colpi di relazioni che chiama in causa Ris di Parma, ingegneri informatici ed esperti biologi.

Dna, impronte, memorie 'virtuali', alibi e movente tutto sarà analizzato in ogni dettaglio. L'assenza di tracce di estranei nella villetta di via Pascoli e il ritrovamento delle impronte di Alberto, miste al Dna di Chiara, sull'erogatore del sapone liquido nel bagno in cui si lava l'assassino. Sono queste alcune delle prove per inchiodare Alberto. Difficile, però, che possano bastare. La scena del crimine è stata inquinata, secondo la difesa dell'unico indagato, e lo studente frequentava la casa del massacro.

Quanto al movente si può solo ipotizzare che Chiara avesse scoperto il segreto del fidanzato: decine di filmati e foto pedopornografiche, trovate sul suo pc portatile e su una memoria esterna. Un computer acquisito dagli inquirenti il giorno dopo il delitto, ma non sigillato e analizzato alla presenza delle parti.

Così gli uomini della polizia giudiziaria ''hanno 'aperto' e 'chiuso' tale computer – scrive la difesa dell'unico indagato – accendendolo e spegnendolo più volte, ed hanno così creato le premesse per interventi oggettivamente in grado di alterare gli eventi e i fatti che erano avvenuti in relazione al computer''. Un computer che tra il 14 e il 29 agosto viene ''quasi quotidianamente acceso, non ad opera di Alberto, ma di chi ha preso in consegna il computer''.

Innocente, secondo i suoi legali, e ''forse non è irragionevole pensare che egli non debba essere l'unico indagato''. Ambiguo anche il materiale organico della vittima trovato sui pedali della bici del 25enne. Una bicicletta lavata per eliminare ogni traccia, secondo il consulente di parte Marzio Capra.

Resta, però, l'incertezza che si tratti di sangue della vittima, ma soprattutto quelle tracce minime non dimostrano nulla: il Dna non è databile. Ancora: è impossibile non sporcarsi le scarpe, secondo l'accusa. Sul punto, la difesa è irremovibile: la scena del crimine è stata alterata.

Troppe persone entrano nella villetta e lasciano le proprie tracce, prima dell'arrivo degli esperti della Scientifica. Oggi a 18 mesi dal delitto difesa e accusa si troveranno, per la prima volta, faccia a faccia nell'aula di un tribunale.

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