Piano casa, ultimatum del Governo alle Regioni: entro 72 ore le vostre proposte

A Palazzo Chigi il confronto tra il premier e le autonomie locali. Berlusconi avverte: 'Dialogo ma il Cdm di venerdì non slitta. Le misure riguarderanno il 50% delle abitazioni monofamiliari e bifamiliari. Strumento legislativo ancora da decidere.
News Nazionali

Roma, 25 mar. – (Adnkronos) – "Non c'è nessuna frenata né marcia indietro", assicura il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al termine dell'incontro con le autonomie locali sul piano casa, riferendosi alle misure allo studio del governo. "La nostra proposta – precisa il premier – riguarda quasi il 50% delle abitazioni, monofamiliari e bifamiliari".

"Dal favore con cui questo annuncio è stato accolto, vediamo che ci sono molti interessati – ha sottolineato Berlusconi – avevamo calcolato quanto venisse messo in circolo e pensavamo che si trattasse solo del 10% di chi si trova nelle condizioni ad essere interessato ad ampliare l'abitazione, invece, i ritorni che abbiamo, ci fanno pensare che si tratti di molto di più". "Una somma importante che verrebbe immessa nell'edilizia, attività che muove molti altri settori", ha detto il premier.

"Si è parlato di sopraelevazioni ma noi non vogliamo niente di tutto questo che fa parte di una economica del dopoguerra – ha precisato – e comporterebbe un disastro estetico delle case e di tutte le nostre città".

Il Cavaliere ha voluto cosi' 'smentire' alcune notizie "che ho letto sui giornali sul fatto che la nostra proposta riguarderebbe solo le ville". Secondo i dati diffusi dal premier, le misure dovrebbero riguardare "dal 25 al 28% delle abitazioni monofamiliari e dal 13 al 15% delle bifamiliari".

L'uso del decreto per approvare il piano casa non raccoglie invece il favore delle Regioni. In particolare, come già emerso nei giorni scorsi, i governatori contestano la decisione del governo di ricorrere ad un decreto legge, preoccupati che si possano in tal modo calpestare le loro competenze. Non a caso, la proposta già lanciata dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, favorevole al piano casa è quello di un decreto 'a tempo' che possa entrare in attività 60-90 giorni dopo l'emanazione per dare, nel frattempo alle Regioni le possibilità di legiferare.

Nonostante il parere negativo degli enti locali, Berlusconi ha assicurato che "il Consiglio dei ministri non slitterà". "Useremo queste 70 ore per approfondire insieme alle Regioni la posizione", ha aggiunto ribadendo la volontà del governo di "lavorare in armonia" con le autonomie locali su una materia di "competenza concorrente". "C'è un colloquio aperto – ha aggiunto – stiamo cercando di lavorare per fare il meglio, per evitare contrasti ed evitare ricorsi".

''Sono convinto che troveremo una soluzione, l'importante è che si salvi il nucleo della proposta che tanti cittadini attendono'', aggiunge il governatore della Lombardia sottolineando che la proposta porterà ''ad abbattere edifici obsoleti'' e riguarderà abitazioni ''monofamigliari e bifamigliari''.

"Siamo pronti a discutere di tutto purché non si utilizzi il decreto perché potrebbe creare dei vuoti normativi in attesa che le Regioni assumano poi altri provvedimenti", spiega anche il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.

"Ieri ho visto il presidente del Consiglio e gli ho detto che è giusto parlare con tutti, con le Regioni, perché diverse fra loro hanno gia' un proprio piano casa", rimarca da parte sua il ministro delle Riforme Umberto Bossi., secondo cui "l'accordo si troverà. L'importante è parlare. Io stesso ho bisogno di un locale per far studiare i figli".

Intanto in casa dell'opposizione, il leader del Pd Dario Franceschini ribadisce: "Nei momenti di crisi bisogna far ripartire l'edilizia. Noi diciamo in alcuni casi dei sì, come quello alle demolizioni e alle ricostruzioni, allo snellimento delle procedure burocratiche per avere tempi più brevi per le concessioni. Ma è inaccettabile che passi un 20 metri cubi in piu' per tutti eliminando ogni vincolo. Sarebbe un decreto cementificazione, e a questo diciamo no".

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