Uccise sette anziani in una casa di riposo, arrestato ‘l’angelo della morte’ di Roma

Nella casa di riposo Villa Alex di Sant'Angelo Romano.
News Nazionali

Roma, 28 nov. – (Adnkronos/Ign) – Svolta nelle indagini sul presunto serial killer di anziani, noto anche come ‘l’angelo della morte’ di Roma. Gli agenti della Squadra Mobile capitolina hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Angelo Stazzi, ritenuto responsabile dell’omicidio di almeno sette anziani, nel periodo in cui l’uomo lavorava come infermiere nella casa di riposo Villa Alex di Sant’Angelo Romano, tra il gennaio e l’ottobre del 2009.

‘Grave ipoglicemia determinata dalla somministrazione di farmaci’ il filo conduttore che ha condotto gli investigatori dell’Unità delitti insoluti della Squadra Mobile di Roma, diretti da Vittorio Rizzi, a chiudere il cerchio intorno a Stazzi. Nessuno degli anziani deceduti era infatti diabetico o aveva gli psicofarmaci rilevati inseriti nelle terapie.

Secondo quanto è emerso il 66enne infermiere aveva un modus operandi preciso: prima somministrava farmaci soporiferi a base di promazina e mirtazapina per far addormentare le sue vittime, poi una dose di insulina 50 volte superiore al limite tollerabile da una persona che induceva il coma ipoglicemico a cui subentrava, anche a distanza di due mesi, la morte. ‘Delitti perfetti’ poiché dopo il decesso l’insulina non emerge dagli esami del sangue.

L’uomo attualmente si trova recluso a Regina Coeli in attesa della sentenza, prevista per il 15 dicembre, per l’uccisione di Maria Teresa dell’Unto, l’infermiera del policlinico Gemelli scomparsa nel 2001 e trovata sepolta nel 2009 nel giardino di una vecchia abitazione di Stazzi a Montelibretti. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip del Tribunale di Tivoli, Alfredo Bonagura, sulla base delle indagini della sezione Cold Case nate proprio dal caso dell’omicidio Dell’Unto.

E’ infatti grazie alle intercettazioni che sono emersi i casi di morti sospette nella casa di riposo Villa Alex: sette anziani di età compresa tra i 70 e i 90 anni e in buona salute morti, tutti per la stessa patologia, nel giro di sette mesi. Le vittime sono Caterina Candidi, Loira Zoppi, Carmela Antonelli, Lucia Pia Vita, Gregorio Ferrante, Evaristo Massardi, Maria Teresa Cutullè. Proprio la morte di quest’ultima ha portato gli investigatori sulla strada giusta: la donna infatti non è deceduta immediatamente e dalle analisi del sangue sono emerse tracce di insulina.

Sono state anche rilevate varie intercettazioni in cui l’uomo, quando gli anziani venivano ricoverati in ospedale per delle gravissime crisi ipoglicemiche, chiamava i nosocomi con un atteggiamento ossessivo anche quattro volte al giorno per informarsi sul loro stato di salute, insistendo per la somministrazione di psicofarmaci e insulina. Vedovo e con due figli, Stazzi si sentiva un medico mancato, come emerge da un’altra intercettazione: ‘Io sono medico più di tanti altri, io sono un medico mancato", diceva al telefono con una delle sue donne, una badante russa. Da una telefonata è emerso che l’infermiere ha praticato un’iniezione letale di insulina anche al cagnolino di una paziente della casa di riposo Villa Alex: ‘una siringa piccola’ somministrata allo york shire di proprietà della madre di un agente di polizia, all’epoca ospitata nella struttura.

Gli investigatori sono convinti che dietro agli omicidi non vi è quindi nessun movente , il che fa rientrare il caso nella tipologia del crimine seriale. Non è chiaro infatti in base a quale criterio Stazzi scegliesse le sue vittime e sono in corso accertamenti su altre tre morti sospette avvenute nella casa di riposo Cristo Vive, dove l’infermiere aveva lavorato in precedenza. Stazzi ha preso servizio anche a ‘Villa Grenga’, nella zona di Fonte Nuova. Qui però ha destato subito sospetti poiché, appena arrivato, aveva ordinato per conto della struttura massicce dosi di insulina in farmacia e sorpreso da un’infermiera nel tentativo di fare un’iniezione a un’anziana che non ne aveva bisogno.

Nella sua casa sono stati trovati esposti come soprammobili diversi kit per la somministrazione di insulina, oltre a farmaci come Remeron e Talofen usati per stordire le vittime.
 

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