Kiev, 19 feb. (Adnkronos/Ign) – La situazione in Ucraina si aggrava e l’Europa inizia a muoversi. E’ stata infatti convocata per le due del pomeriggio di domani a Bruxelles una riunione straordinaria dei ministri degli esteri dell’Ue per discutere dei violenti scontri fra manifestanti filo-occidentali e forze dell’ordine.
"Ci aspettiamo che gli Stati membri della Ue sostengano di applicare sanzioni mirate contro i responsabili delle violenze e dell’uso eccessivo della forza" ha detto il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso. Sulla stessa linea il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, che chiede anche di offrire "aiuti finanziari" nel caso di una soluzione pacifica della crisi. Per evitare "ulteriori spargimenti di sangue" in Ucraina, ha detto, la Ue deve utilizzare "la minaccia di sanzioni mirate" contro chi ha fatto ricorso alla violenza.
Già oggi, durante una riunione congiunta a Parigi, Germania e Francia valuteranno la possibilità di imporre sanzioni a Kiev. "Probabilmente ora si può riflettere assieme sulla necessità di sanzioni", ha detto l’ambasciatore tedesco nella capitale francese, Susanne Wasum-Rainer sottolineando però che "non dobbiamo punire la popolazione".
Sul fronte opposto c’è però la Russia: il ministero degli esteri a Mosca ribadisce che l’Ucraina è un paese ‘amico, fratello e partner strategico’, e attribuisce la responsabilità delle violenze ‘alle azioni criminali delle forze di opposizione radicali’. ‘Eserciteremo tutta la nostra influenza perché possa essere ripristinata la pace nel paese’. Il ministero degli esteri russo ha descritto quanto accaduto ieri in Ucraina come un tentativo di ‘prendere il potere con la forza’. Mosca esprime inoltre ‘oltraggio’ per l’assenza di reazione da parte dei paesi occidentali e dei leader dei partiti dell’opposizione in Ucraina di fronte alle azioni dei ‘radicali’.
Molto preoccupato per la situazione in Ucraina Papa Francesco, che ha lanciato un appello invitando "tutte le parti a cessare ogni azione violenta e a cercare la concordia e la pace del Paese". "Con l’animo preoccupato – confessa Jorge Mario Bergoglio – seguo quanto in questi giorni sta accadendo a Kiev. Assicuro la mia vicinanza al popolo ucraino e prego per le vittime delle violenze, per i loro familiari e per i feriti".
Ieri sono morte almeno 25 persone durante gli scontri scoppiati a ieri Kiev e andati avanti per tutta la notte. Tra le vittime ci sarebbero sette agenti e 13 civili, tra cui anche il giornalista ucraino Vyacheslav Veremiy, picchiato e ferito da colpi d’arma da fuoco sparati da sconosciuti. I feriti sono 241 feriti, fra cui 79 poliziotti e cinque giornalisti.
A Kiev sono state dislocate alcune unità di paracadutisti con il compito di proteggere le basi militari con armi e munizioni. Poche ore prima, l’ex ministro della difesa Anatolyy Hrytsenko, aveva anticipato su Facebook che 500 militari della 25esima brigata di paracadutisti erano in arrivo a Kiev. Fino a ora l’esercito non è intervenuto negli scontri con le forze dell’opposizione nelle piazze, ma solo le forze speciali del ministero dell’Interno del Berkut e la polizia.
Ieri sera gli agenti avevano imposto un ultimatum, entro le 18 ora locale, per lo sgombero di piazza Maidan, a Kiev, roccaforte della protesta filoeuropea. Poi sono cominciate le cariche con mezzi blindati e idranti per demolire le barricate dei dimostranti; l’ultima è avvenuta alle quattro del mattino. Diverse tende dei dimostranti hanno preso fuoco. Nella notte vi è stato un incontro fra il presidente Viktor Yanukovych e i leader della protesta, che non ha dato risultati.
Questa mattina Yanukovitch ha accusato gli oppositori di essersi fatti trascinare dalle frange più estreme della protesta. "I leader dell’opposizione -ha affermato- hanno ignorato il principio democratico in base al quale il potere non si prende nelle strade o le piazze, ma tramite elezioni. Hanno superato ogni limite chiamando la gente a prendere le armi". Il presidente ucraino ha tuttavia aggiunto che "non è troppo tardi" per risolvere la crisi attraverso "il dialogo e il compromesso".
Dal canto suo Arseniy Yatsenyuk, leader del partito della Madrepatria, si è rivolto al presidente perché "metta fine al bagno di sangue e proclami una tregua". Yanukovitch "reagisce in modo inadeguato alla situazione", ha affermato l’ex pugile Vitaly Klitschko, leader del partito Udar (Pugno). "Questa è un’isola di libertà e noi la difenderemo", ha affermato Klitschko durante la notte, esortando i manifestanti a difendere la piazza. Intanto per oggi la municipalità di Kiev ha annunciato restrizioni al traffico, invitando negozi e uffici a rimanere chiusi.