Usa, dirottatore delle Pantere Nere catturato dopo 41 anni di latitanza

Travestito da prete aveva dirottato un aereo a nome delle Pantere Nere (Black Panther Party) ed era fuggito in Algeria nei primi anni Settanta.
News Nazionali

Washington, 28 set. – (Adnkronos) – Travestito da prete aveva dirottato un aereo a nome delle Pantere Nere (Black Panther Party) ed era fuggito in Algeria nei primi anni Settanta. A 68 anni, George Wright, pensava di aver chiuso con il suo passato, ma la sua lunga latitanza e’ appena finita in Portogallo, dove l’Fbi lo ha ritrovato e ha ottenuto il suo arresto.

La sua storia, raccontata oggi dai media americani, e’ degna di un copione di Hollywood e riporta in pieno nel clima dei gruppi militanti dell’ala piu’ radicale della lotta contro la segregazione razziale.

Wright era un criminale comune, condannato nel 1962 ad un minimo di 15 anni e un massimo di 30 per l’omicidio di un benzinaio durante una rapina nel New Jersey. Evaso nel 1970, si era unito ad un gruppo militante clandestino, la Black Liberation Army, e viveva in una comune a Detroit.

Il 31 luglio 1972, Wright sali’ a bordo del volo Detroit-Miami travestito da prete, con una pistola nascosta nella Bibbia. Con lui c’erano tre uomini, due donne e tre bambini della sua comune, fra cui la compagna e la figlia di due anni. Il gruppo prese il controllo dell’aereo a nome dell’organizzazione radicale afroamericana di ispirazione marxista delle Black Panters (Pantere nere). I sequestratori, raccontano le cronache dell’epoca, fumarono marijuana per tutto il volo e non fecero alcun male ai passeggeri. Al pilota dissero che volevano lasciare l’America, ormai "decadente".

All’arrivo a Detroit, il gruppo di Wright chiese un riscatto di un milione di dollari per liberare le 86 persone a bordo. L’agente dell’Fbi che porto’ la valigia coi soldi fu costretto, su richiesta dei dirottatori, a presentarsi in costume da bagno in modo da non poter nascondere armi fra i vestiti. Wright e i suoi compagni obbligarono allora il pilota a far rotta su Boston e, da qui, partirono per l’Algeria.

Il governo socialista algerino non li accolse pero’ a braccia aperte. Le autorita’ restituirono l’aereo e il denaro agli Stati Uniti. Wright e gli altri ottennero il permesso di rimanere, ma i loro movimenti furono limitati. Alcuni membri del gruppo ripararono poi in Francia, ma furono arrestati e processati a Parigi nel 1976. Non fu concessa l’estradizione negli Stati Uniti. Wright si era invece trasferito in un ex colonia portoghese in Africa, che abbandono’ negli anni Ottanta per stabilirsi in Portogallo.

Gli Stati Uniti non l’avevano pero’ dimenticato. Il suo caso fu inserito fra le priorita’ della task force sui latitanti costituita nel New Jersey nel 2002. E alla fine e’ spuntata la traccia che ha portato l’Fbi in Portogallo, dove le impronte digitali per la carta d’identita’ combaciavano con quelle prese nel carcere in New Jersey. Se il Portogallo dara’ il via libera all’estradizione, Wright dovra’ ora scontare il resto della sua pena per l’omicidio del benzinaio. Non e’ chiaro se potrebbe anche essere processato per il dirottamento.

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