Vedere il mondo ‘rosa’ o ‘tutto nero’? E’ il cervello a deciderlo

A dimostrarlo, per la prima volta, i ricercatori britannici del Wellcome Trust Centre dell'University College London (Ucl).
News Nazionali

Roma, 6 dic. (Adnkronos Salute) – Come vediamo il mondo che ci circonda? A deciderlo è la struttura del nostro cervello, che rende la visione delle cose attorno a noi – oggetti, persone, luci, ombre – sostanzialmente unica. A dimostrarlo, per la prima volta, i ricercatori britannici del Wellcome Trust Centre dell’University College London (Ucl), che hanno pubblicato i risultati del loro studio sulla rivista ‘Nature Neuroscience’. E’ universalmente condivisa l’idea che pensieri ed emozioni cambino da persona a persona, ma la maggior parte della gente suppone che il modo in cui vediamo gli oggetti e l’ambiente in cui viviamo non differisca, ma sia estremamente simile. Eppure la corteccia visiva primaria, ovvero l’area nella parte posteriore del cervello responsabile del processo che ci consente di vedere il mondo attorno a noi, può variare notevolmente da un individuo all’altro, ed essere fino a tre volte più grande in termini di dimensione. Ora i ricercatori londinesi hanno dimostrato che la grandezza di quest’area fa la differenza, influendo sensibilmente sulla nostra percezione visiva.

Per giungere a questo risultato, gli studiosi hanno mostrato una serie di illusioni ottiche a trenta volontari sani, e contemporaneamente li hanno sottoposti a risonanza magnetica funzionale, misurando la superficie della corteccia visiva primaria di ognuno. Così hanno potuto constatare il forte legame tra la dimensione visiva di quest’area cerebrale e la percezione delle illusioni ottiche. In particolare, più piccola era la zona in questione, più evidente era l’inganno visivo percepito. “Quanto il cervello ‘trucchi’ ciò che vi sta intorno – spiega Samuel Schwarzkopf, uno degli autori della ricerca – dipende da quanta materia ha investito nell’area deputata all’elaborazione visiva. Il nostro lavoro è infatti il primo a dimostrare – conclude – che la dimensione di una zona cerebrale determina la percezione visiva dell’ambiente”.

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