“Abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità…ne usciamo a testa alta”

I promotori della petizione contro la chiusura della caserma forestale di Pontboset commentano, in una lettera, l'ultima seduta del Consiglio regionale. "Ha più valore lottare per i propri ideali e perdere con dignità..."
I lettori di Aostasera, Politica

28.01.2010
Non vi è peggior sordo di chi non vuol sentire.
La caserma forestale di Pontboset chiuderà, come era stato deciso nella scorsa estate. Adesso si potrà dare il via agli atti ufficiali. Abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità, non ne siamo usciti vincitori ma comunque a testa alta. Chi, in Consiglio regionale, ha preso a cuore la situazione e ha votato con coscienza, non conformandosi a questa misteriosa presa di posizione (che peraltro ci lascia ancora con i dubbi iniziali), ha certamente capito l’importanza delle nostre ragioni.
La petizione è nata spontaneamente per difendere i nostri diritti. Ci abbiamo creduto fino in fondo e quando abbiamo sentito gli interventi in Consiglio, alcuni dei quali grandiosi, siamo rimasti senza parole e abbiamo creduto che forse le nostre ragioni avevano colpito nel segno. Pur vivendo la situazione non avremmo saputo fare di meglio.
Abbiamo avuto la solidarietà di molti componenti del Consiglio appartenenti a diversi partiti che, per noi, hanno scavalcato le loro ideologie politiche e si sono uniti nel chiedere di soprassedere a questo accorpamento. Di molti consiglieri, tranne di quelli che a Champorcher hanno avuto politicamente finora la maggioranza dei voti.
Qualcuno in Consiglio ha usato la parola senza senso di “strumentalizzazione”: noi non siamo stati usati e non abbiamo usato nessuno. Non ci sono schieramenti politici o legami ad alcun partito. La petizione è della popolazione. Abbiamo sostenuto la nostra tesi fino alla fine e le nostre opinioni iniziali non sono cambiate neanche adesso nonostante l’esito negativo.
Ha più valore lottare per i propri ideali e perdere con dignità anziché arroccarsi autoritariamente su posizioni da cui non ci si vuole smuovere per partito preso.
Solo chi ha un unico modo di vedere non ha voluto capire e conciliare le diverse posizioni, considerando semplicemente i numeri anziché le necessità di una popolazione. La maggioranza regionale poteva soprassedere alla decisione accettando una delle risoluzioni presentate dai  partiti di minoranza, che altro non chiedevano di affrontare questa materia in modo organico: ci saremmo “tolti il cappello”. Invece no, hanno voluto dar prova del loro potere. Sarà stato forse per il fatto che ci siamo sottratti allo schema, al silenzio ossequioso? Peccato, dimostrazione per nulla costruttiva.
In Consiglio è stato ribadito che numerose sono state le cose fatte per Champorcher in questi anni: ci chiediamo quali. La realtà è che ciò che si è provveduto a fare durante le emergenze è stato fatto in ugual modo per tutti i paesi della Valle adempiendo a quelle che erano le misure dettate dalle calamità come ovunque. Niente di più del dovuto in base alle varie normative. Champorcher non ha avuto sussidi in più nelle emergenze, né contributi in più o altro. Se volete fare un elenco di “elargizioni” fatelo elencando quelli di tutti i Comuni, corretto, esatto, puntuale, con metodo, poi paragoneremo!
Qualcuno ha detto in Consiglio "Mi fa specie”. Cosa? Che abbiamo lottato? Che abbiamo idee difformi? Che abbiamo una testa? Che non siete riusciti a convincere le amministrazioni a darvi un parere conforme alla vostra volontà? Cosa? Non è così che si fa. Non è questa la democrazia; avere i numeri per governare è ben poca cosa se non si ha la capacità di ascoltare i cittadini.
E’ vero, fa male rendersi conto di parlare a vuoto.
Ringraziamo chi è intervenuto in Consiglio regionale aiutandoci, deve essere stata anche per loro una cosa strana “unirsi”, ma l’hanno fatto con il sentimento di chi crede in quello che fa, nonostante la consapevolezza di lottare contro i mulini a vento e questo l’abbiamo sentito: ascoltarli ci ha reso paghi.
Una precisazione sull’accusa fatta da parte della maggioranza regionale sulla solidarietà alla nostra causa da parte dei comuni limitrofi: evidentemente le amministrazioni locali non solo hanno risposto alla richiesta ufficiale di un parere da parte del Comandante del Corpo Forestale Valdostano, ma hanno anche capito l’importanza della causa supportandola. La solidarietà non è contribuire esclusivamente economicamente, ma è anche partecipare al dolore, alle preoccupazioni degli altri, perché quando il metodo usato non è democratico c’è da pensare che prima o poi lo stesso metodo possa essere utilizzato nei confronti di ognuno di noi. Pensiamoci….
Nessuno è nelle mani degli altri, ognuno ha la propria dignità e deve essere rispettato.
Il cuore è l’organo più importante in un essere umano soprattutto quando batte anche per degli ideali e non serve solo per tenerci in vita….

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte