“Siamo fortemente preoccupati sulla tenuta dei conti degli enti locali che sono già al limite della sopravvivenza”. Il giorno dopo l’annuncio sulla cancellazione dell’Imu da parte del Premier Enrico Letta, il Sindaco di Aosta e Presidente del Celva, Bruno Giordano, spiega il carico di incertezze che la decisione del Governo riversa sui comuni.
Le novità annunciate dal Governo
Il decreto legge varato ieri prevede l’abolizione dell’Imu prima casa 2013. La rata di giugno, prima rinviata, ora viene soppressa. Stessa sorte toccherà a quella di dicembre, la cui abolizione verrà però messa nero su bianco solo con la Legge di Stabilità che il Governo dovrà approvare entro il 15 ottobre. Nel provvedimento di finanza autunnale dovranno essere delineati i contorni anche della “service tax” che secondo gli annunci di ieri, andrà dal gennaio 2014 a sostituire l’Imu. L’imposta che sarà affidata ai comuni – si legge nella nota del Governo – sarà composta da due elementi: la gestione dei rifiuti urbani e la copertura dei servizi indivisibili. La prima componente (Tari) sarà dovuta da chi occupa a qualunque titolo, locali o aree suscettibili di produrre rifiuti urbani. Le aliquote commisurate alla superficie, saranno parametrate dal comune con ampia flessibilità ma comunque nel rispetto del principio comunitario del "chi inquina paga" e in misura tale da garantire la copertura integrale del servizio. La seconda componente (Tasi) sarà a carico di chi occupa fabbricati. Il comune potrà scegliere come base imponibile o la superficie o la rendita catastale, e sarà a carico sia del proprietario che dell’occupante.
“Aspettiamo di leggere il decreto – sottolinea il primo cittadino di Aosta, Bruno Giordano – o meglio di analizzare i decreti attuativi perché è sempre nel codicillo che si trovano le sorprese. Mi pare comunque che anche questo Governo continui a cercare di fare una bella figura usando parti anatomiche altrui, come per gli sconti del 30% sulle multe, soldi che verranno a mancare dai bilanci comunali mica da quelli statali. “
Nel 2012 il Comune di Aosta ha introitato con l’Imu, 3.2 milioni di euro, soldi che erano stati iscritti a bilancio anche per il 2013. “I comuni – ricorda Giordano – erogano dei servizi ai cittadini se hanno le risorse altrimenti questi andranno rivisti”.
Sempre ieri il Governo ha promesso ai comuni dei trasferimenti compensativi per il mancato gettito Imu ma, anche per questi, regna l’incertezza su quando e come arriveranno. “Ciascun comune ha messo aliquote diverse sulla prima casa, riusciranno a fare i conti giusti? si chiede il sindaco di Aosta mentre Tiziana Vallet, dirigente della Direzione regionale finanza e contabilità degli enti locali aggiunge: “i comuni si aspettavano a giugno i soldi della prima rata. Sicuramente i trasferimenti compensativi arriveranno con grande ritardo e questo sarà un disagio, ma anche un danno, perché porterà i comuni a non avere liquidità di cassa”.
Per parlare delle conseguenze dell’abolizione dell’Imu, il Presidente del Celva, Bruno Giordano prenderà parte al direttivo Anci convocato il 5 settembre a Roma.
Trasferimenti ex Ici e sovragettito Imu
Nel frattempo i comuni dovranno fare ancora i conti con l’Imu, ma anche con l’Ici, nel bene e nel male. Nel bene perché anche quest’anno lo Stato ha trasferito come compensazioni ex Ici 6,6 milioni di euro ai comuni valdostani (il primo acconto di 3,3 mln è già stato versato). Nel 2008 l’allora Governo Berlusconi nell’abolire l’Ici introdusse per gli enti locali dei trasferimenti compensativi che in seguito vennero cancellati nel 2011 dal Governo Monti – per tutti tranne che per le Regioni speciali – con l’introduzione dell’Imu.
“Soldi – spiega Vallet – che per il 2013 non erano certi e che quindi non tutti i comuni hanno iscritto a bilancio”. Ma per dei trasferimenti che entrano da una finestra altri prendono il largo da un portone. La legge di stabilità 2012 ha previsto – per tutti tranne che per le regioni a Statuto speciale – l’abrogazione della quota di Imu statale, con l’eccezione di una quota dovuta sui fabbricati di categoria catastale D (immobili commerciali, ndr). Tradotto in soldoni si parla di 8 milioni circa di euro che torneranno a Roma, magari solo per un breve soggiorno. La Regione e i comuni attendono, infatti, con ansia la decisione della Corte Costituzionale sul ricorso promosso dall’amministrazione regionale. L’incertezza regna una volta di più sovrana.