La prima uscita pubblica di Luigi Di Maio dopo la stesura del contratto di governo tra Movimento 5 Stelle e Lega, che gli iscritti pentastellati hanno potuto votare fino alle 20 di oggi, è stata ad Aosta, all’Hostellerie du Cheval Blanc, in chiusura della campagna elettorale per le regionali di domenica 20 maggio.
Per Riccardo Fraccaro, Questore della Camera dei Deputati ed inserito nel "totonomi" per diventare Presidente del Consiglio, non è una coincidenza: “Abbiamo posto le basi per costruire qualcosa di nuovo che duri nel tempo, ora dobbiamo aggiungerci coraggio e capacità pratiche. In Valle d’Aosta, come da me in Trentino, siete caratterizzati dall’autonomia e dall’essere un territorio di montagna. La cultura di montagna insegna la consapevolezza del limite, che deve essere applicata anche in economia e in politica in termini di sostenibilità e lungimiranza. Con questo contratto cerchiamo di costruire una società ed un benessere che ci siano oggi ma anche domani. Come primo atto politico, insieme al Presidente della Camera Roberto Fico, taglieremo i vitalizi ai deputati”.
Il mattatore della serata è Luigi Di Maio, accolto dal calore dei tanti grillini accorsi ad ascoltarlo. Tema centrale è stato ovviamente il famoso contratto di governo: “Per la prima volta due forze politiche prendono la responsabilità davanti ad un notaio ed agli italiani di dire: “faremo questo”. Per la prima volta è venuto prima il “cosa” che il “chi”, ma presto avrete novità anche su chi sarà il Presidente del Consiglio. Abbiamo portato al governo il nostro vero leader, che è il nostro programma elettorale: tutti i nostri punti sono presenti nel contratto. C’è la nostra prima stella, l’acqua pubblica, così come l’abolizione della legge Fornero, nuove misure per le imprese, nuovi fondi per la scuola con il superamento della Buona Scuola, leggi anticorruzione tra cui l’agente provocatore, e l’abolizione delle nomine politiche dei manager ospedalieri”.
Non c’è l’autonomia: “Non se ne parla perché non si tocca e non ci vogliamo mettere mano, anzi, siamo pronti ad estenderla. C’è però bisogno che l’autonomia venga sfruttata in modo virtuoso: non me ne voglia Elisa Tripodi, ma per la vostra autonomia è più importante avere nostri rappresentanti nel Consiglio regionale che a Roma, perché alcuni temi come le partecipate o l’autostrada più cara d’Italia vanno discussi qui”. Di Maio chiede fiducia e l’opportunità di realizzare il programma elettorale anche in Valle d’Aosta sottolineando come, a livello nazionale, abbia trovato negli interlocutori leghisti lealtà e correttezza: “Nessuno ha giocato al ribasso, abbiamo un contratto di governo fatto per durare una legislatura. Abbiamo tutti contro, ma sono attacchi che ci devono motivare: sono fatti da quell’1% che ha in mano i tre quarti del potere in Italia. Noi stiamo con il 99%”.
La deputata Elisa Tripodi aveva aperto il comizio ripercorrendo i tanti eventi di questi cinque anni di legislatura: “Condanne, dimissioni, ribaltoni e controribaltoni, soldi nelle scrivanie: non ci è mancato niente, sembra la scenografia [sic] di una tragicommedia”. Di “autonomia giusta, onesta, responsabile” parla Luciano Mossa, capolista del Movimento 5 Stelle Valle d’Aosta. “I soldi che abbiamo non devono andare in tasca ai soliti noti, ma ai valdostani, vanno usati per turismo, sanità e trasporti. In Valle d’Aosta vige un sistema feudale: c’è un imperatore, coi suoi vassalli, che mangiano ad una tavola imbandita, lasciando le briciole solo a qualche amico, come lavori a tempo determinato o nomine clientelari. Dobbiamo riprenderci la tavola imbandita, che è nostra e deve servire a migliorare la nostra vita”.
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La legge Fornero,questa tomba per italiani.