“Affidi diretti per 60 milioni ad una società sconosciuta e inesperta”

E' quanto si legge nella relazione conclusiva della Commissione d'inchiesta sulle turbine cinesi di Cva. Il documento martedì in aula.
Le turbine cinesi nella centrale Cva di Champagne2
Politica

Sull’acquisto di turbine cinesi da parte di Cva la Commissione d’inchiesta, riunitasi sei volte e con una “cospicua” documentazione acquisita rileva, nella relazione che andrà all'esame del Consiglio regionale martedì prossimo, “numerose criticità e contraddizioni”. A cominciare dalla scelta di affidarsi ad una “società esterna sconosciuta e inesperta nel settore”, la Water Gen Power, “costituitasi soltanto nell'agosto 2008, che a sua volta rappresentava un'azienda (CWTW), altrettanto sconosciuta, che non aveva mai fornito questo genere di materiale in Europa”. Scelta che la dirigenza di Cva ha motivato “con l'intento di interrompere un "cartello", formato da Aziende Italiane ed Europee” ma che secondo la Commissione “più che al superamento del presunto cartello” ha portato “alla creazione di un rapporto esclusivo con la società Water Gen Power”. Tanto meno, secondo i commissari si è arrivati a risparmiare con questa operazione, “considerate le somme spese per il rifacimento delle centrali idroelettriche presenti sul territorio.”

Altro punto oscuro riguarda la decisione della dirigenza di Cva di “operare con affidi diretti anche per cifre importanti, per un totale di circa sessanta milioni di euro. Non risulta chiaro il motivo per cui non si sia trattato direttamente con l'azienda che produce tale materiale idroelettrico, soprattutto successivamente all'emanazione del decreto del Ministro delle Politiche europee del 5 agosto 2010, considerato che i "sondaggi" volti all'individuazione di un fornitore in Cina in grado di soddisfare le esigenze aziendali furono condotti da personale dipendente da Cva, personale che continuò a seguire tutte le fasi di lavorazione in Cina, anche dopo la scelta di utilizzare un intermediatore, data l'inadeguatezza della WGP sotto l'aspetto tecnico”.

Non si spiegano poi i commissari la scelta della dirigenza di “espletare un numero limitatissimo di prove di rendimento certificate sul materiale acquistato in Cina per il rifacimento delle centrali idroelettriche”. Sulla fornitura di 39 giranti sono state eseguite "solamente" 3 prove certificate di rendimento. “Alla Commissione – si legge ancora nella relazione –  risulta inspiegabile un simile comportamento da parte della dirigenza di un'azienda partecipata che in quanto tale dovrebbe tutelare gli interessi del proprio datore di lavoro (della comunità valdostana/della Regione), ponendo in essere tutte le azioni necessarie a garantire l'acquisto di materiale performante, anche e soprattutto alla luce di un notevole investimento di risorse economiche”.  Ancora meno chiaro è la richiesta nei contratti di acquisto delle turbine di “rendimenti più bassi rispetto a quanto venisse richiesto nei contratti di fornitura stipulati in anni precedenti”. 

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